Per il crac Cirio la Cassazione ha disposto un nuovo processo per l'ex patron Sergio Cragnotti in relazione al capo d'accusa più grave, la vicenda "Bombril", per il quale aveva avuto una pena di sette anni di reclusione, diventati otto anni e otto mesi per gli altri reati contestati. Definitive invece le condanne a 4 anni di reclusione per l'ex banchiere Cesare Geronzi (3 sono coperti dall'indulto) e a 2 anni e 4 mesi per il figlio di Cragnotti.
La sentenza e le condanne La Cassazione nel complesso ha confermato quasi totalmente il verdetto del 10 aprile 2015 della Corte d'Appello di Roma. Il nuovo esame per Cragnotti riguarda il capo I lettera 'E' dell'imputazione, relativo alla vicenda "Bombril": per il difensore Massimo Krogh, la contestazione "è il capo fondamentale dal quale partivano i 7 anni di pena base, per questo è un risultato molto positivo, quasi straordinario". Per Geronzi - si spiega - tre anni sono coperti dall'indulto. Sono state rese invece definitive invece le condanne per il figlio di Cragnotti, Andrea, che aveva 2 anni e 4 mesi di reclusione coperti da indulto e confermata l'assoluzione per gli altri due figli del manager, Elisabetta e Massimo. La Suprema Corte ha confermato per Filippo Fucile 3 anni e 10 mesi, per gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Locati e Antonio Nottola 2 anni, per Ettore Quadrani, ex consigliere del gruppo Cirio, 3 anni e 4 mesi.
Difesa di Cragnotti: appello riesaminerà tutto "E' un risultato molto positivo per Cragnotti e i suoi famigliari. Come difensori siamo molto soddisfatti perché la Corte d'Appello dovrà rivalutare tutta la vicenda a partire dal capo principale". Così l'avvocato Massimo Krogh che ha difeso Sergio Cragnotti e i suoi famigliari insieme ai legali Luigi Panella e Nicoletta Piergentili ha commentato il verdetto della Suprema Corte. "Dal verdetto non deriva alcun pregiudizio per i figli di Cragnotti", ha aggiunto Piergentili.
Difesa dei risparmiatori risarciti: "Soddisfatti" "Come difensori dell'amministrazione straordinaria di Cirio siamo soddisfatti per i risparmiatori che negli anni scorsi hanno raggiunto una intesa con Unicredit nella quale abbiamo ottenuto circa 250 milioni di risarcimento da destinare a coloro che hanno sofferto gravi perdite nel crac Cirio". Così l'avvocato Nicola Madia difensore dell'amministrazione straordinaria di Cirio, nominata dal ministero per lo Sviluppo economico, ha commentato il verdetto della Cassazione sul crac Cirio.