Con dieci siti materiali e uno immateriale (il Saper fare il liutario riconosciuto a Cremona), la Lombardia si conferma la regione italiana con la maggiore concentrazione di patrimoni culturali dell’umanità. Undici siti Unesco sui 53 italiani si trovano, infatti, nella regione. Qui, inoltre, il settore della cultura e della creatività produce il maggior valore aggiunto (23,4 miliardi di euro) e assorbe il maggior numero di occupati (345.000 addetti) a livello nazionale. Primato confermato anche quest’anno dal Rapporto 2017 Io sono cultura. L'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere. Questi i dati riportati dalla Regione in vista del referendum consultivo per l’autonomia fissato per il 22 ottobre.
Siti Unesco - Dall’archeologia preistorica e industriale alla pittura, passando per le bellezze naturali e architettoniche: ce n’è per tutti i gusti. La regione ospita anche il primo sito italiano inserito nella World Heritage List (Whl), la lista delle aree tutelate. Si tratta delle incisioni rupestri della Val Camonica alle quali, nel corso degli anni, si sono aggiunti i riconoscimenti degli altri siti.
Mura di Bergamo - Anche uno dei due ultimi riconoscimenti - che confermano l’Italia il Paese al mondo con il maggior numero di siti - vede protagonista il territorio lombardo: le mura di difesa di Bergamo fanno, infatti, parte del nuovo sito transnazionale “Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato di Terra - Stato di mare occidentale", presentato nel 2016 dall'Italia insieme con Croazia e Montenegro.
Candidature - In ballo per la regione anche altre nuove importanti candidature: il progetto della Civiltà dell’acqua lombarda (che raggruppa le grandi opere idrauliche e irrigue diffuse su tutto il territorio), il riconoscimento del tratto della via Francigena - che coinvolge le province di Lodi e Pavia - e il progetto del patrimonio alimentare alpino.
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Industria culturale - In Lombardia si concentra oltre un quarto del valore aggiunto prodotto dall'industria culturale in Italia e il 23% degli occupati. Al secondo posto si piazza il Lazio con 14,8 miliardi di valore aggiunto e 204 mila addetti.
Non solo Milano - Non è solo Milano a spiccare. Il capoluogo conferma il suo ruolo strategico a livello regionale e nazionale, mantenendo il primo posto tra le province italiane sia per valore aggiunto (14,6 miliardi) che per numero di occupati (189 mila) davanti a Roma. Ma tra le prime venti province per incidenza del settore sul totale dell’economia locale altre sei sono in Lombardia: Monza e Brianza sesta, poi Como, Lecco, Varese, Cremona e Bergamo.
Un motore dell’economia nazionale - A livello nazionale, il sistema produttivo culturale e creativo vale il 6% del pil del 2016. Ha prodotto complessivamente 89,9 miliardi di euro (+1,8% rispetto all'anno precedente) e ha contribuito a un aumento dell'occupazione dell'1,%, dando lavoro a un totale di 1,5 milioni di persone (il 6% degli occupati in Italia). Se si considera tutto l'indotto e i settori che beneficiano delle attività culturali, il volume d’affari generato quasi si triplica, arrivando a 250 miliardi.
Turismo - Tra i settori che beneficiano maggiormente del patrimonio artistico-monumentale e creativo italiano c’è il turismo. Il binomio cultura e turismo in Lombardia incide per il 47% della spesa turistica, per un totale di 3,8 miliardi. Al secondo e terzo posto, rispettivamente, il Veneto (con 3,6 miliardi) e il Lazio (con 3,5 miliardi).