Def, via libera del Parlamento: ok del Senato anche senza i voti di Mdp
Alla Camera lo scostamento dal piano di rientro sui conti pubblici passa con 358 sì e 133 voti contrari
Dopo l'ok del Senato arriva anche il via libera della Camera allo scostamento dal piano di rientro sui conti pubblici. L'Aula di Montecitorio ha approvato lo scostamento di bilancio con 358 sì e 133 voti contrari. Per questo voto era necessaria la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea (316 su 630).
Alla fine la prova del Senato è superata senza troppe pene: 181 sì e 107 voti contrari per la richiesta del governo di autorizzazione alla modifica dei saldi, 164 sì, 108 voti contrari e un astenuto per la risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, non votata da Mdp dopo lo strappo con la maggioranza consumatosi martedì sera, non senza sorpresa da parte di Giuliano Pisapia. E che non è rientrato nemmeno con la promessa - inserita nella risoluzione approvata - di prevedere nella legge di bilancio 2018-2020 maggiori risorse per la sanità e rivedere gradualmente il superticket.
"Sulla sanità andranno valutate misure di efficientamento e miglioramento", promette il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nella sua replica in aula. Ma non soddisfa Mdp: "Scriverlo nelle risoluzioni di maggioranza non basta se non c'è una vera disponibilità del governo. Disponibilità su cui oggi non abbiamo segnali veri", ha detto in aula Cecilia Guerra confermando la volontà di non votare la risoluzione di maggioranza ma solo la relazione sullo scostamento di bilancio "per evitare l'aumento dell'Iva", come ha spiegato il leader Mdp Roberto Speranza.
In verità la relazione - su cui era richiesta la maggioranza assoluta di 161 senatori - sarebbe passata ugualmente: a sostenerla i 12 senatori di Ala, i 6 che guardano a Campo Progressista (Bencini, Molinari, Orellana, Romani, Stefano, Uras) e i 2 di Gal. "I voti al Senato sul Def dimostrano in modo definitivo l'irrilevanza non solo politica ma anche numerica di Mdp", twitta il deputato Pd Roberto Giachetti. "Il governo non cade, ci sono soccorsi quotidiani e lo abbiamo visto oggi con i senatori di Verdini. Noi dobbiamo caratterizzare un messaggio che esca dai palazzi", dice Speranza.
L'intenzione dell'esecutivo rimane comunque ricucire. Per il premier Paolo Gentiloni il voto a Palazzo Madama è stato "all'insegna di responsabilità e stabilità". E da Assisi, parlando di lavoro, sottolinea che "governo e il Parlamento hanno la responsabilità di non lapidare i risultati raggiunti, una responsabilità alla quale la politica non si può sottrarre".
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