Il capo dei Mossos d'Esquadra catalani, Josep Lluis Trapero, è stato accusato di sedizione per non essere intervenuto per controllare una manifestazione organizzata nei giorni scorsi di fronte al Dipartimento dell'Economia di Barcellona. Secondo i media spagnoli, Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di carcere. Sotto inchiesta anche Jordi Sànchez e Jordi Cuixart, presidenti dell'Assemblea nazionale catalana.
A firmare il mandato di comparizione per il numero uno dei Mossos è stata la giudice della Audiencia Nazional dopo la denuncia inoltrata dalla Procura generale dello Stato: tutto era scattato perché gli uomini dei Mossos non avevano affiancato quelli della Guardia civil in un'operazione di polizia per frenare i preparativi del referendum sull'indipendenza, giudicato illegale da Madrid. Convocata in tribunale anche una collaboratrice dello stesso Trapero, Teresa Laplana.
Catalogna: "Felipe irresponsabile" - Sono arrivate intanto dure parole da parte del portavoce del governo catalano, Jordi Turull, in merito all'intervento di Felipe VI. Il re, ha detto, si è fatto "portavoce della strategia" del premier Mariano Rajoy, pronunciando parole di "enorme irresponsabilità". Tali dichiarazioni, secondo i vertici della regione di Barcellona, hanno portato a pensare che ora è "repubblica o repubblica", mentre sempre più catalani "vogliono andarsene".
Stampa locale: si aprono le porte alla revoca dei poteri locali - I giornali catalani ritengono che le dure parole di Felipe aprano la strada all'applicazione da parte del governo di Madrid dell'articolo 155 della Costituzione spagnola, che consente di sospendere le competenze della Generalità. "Si apre la porta all'intervento sull'autogoverno", titola El Punt Avui. "Art. 155 in vista", scrive la Vanguardia, e Ara: "Il re legittima l'applicazione da parte di Rajoy dell'articolo 155".