Catalogna, Piqué in lacrime: "Non votare è franchismo, potrei lasciare la nazionale"
Dure accuse dal giocatore simbolo del Barcellona: "Io sono orgoglioso di essere catalano"
"Se per la federcalcio spagnola o per qualcuno sono un problema, bene: per me non è un problema fare un passo al lato e ritirarmi dalla nazionale prima del Mondiale". Lo ha detto Gerard Piqué, in lacrime, parlando dellasua presa di posizione a favore del referendum per l'indipendenza della Catalogna. "Quando in Spagna non si votava c'era il franchismo: io sono orgoglioso di essere catalano", ha detto il difensore del Barcellona.
"Il Pp e il capo del governo Mariano Rajoy mentono, dicono che siamo una minoranza ma siamo milioni. In sette anni mai una forzatura, mai una violenza. Ma quale sia il suo livello si vede, va in giro per il mondo e non sa neanche l'inglese...", ha detto molto commosso al termine della partita giocata a porte chiuse vinta col Las Palmas.
"Quando c'è una consultazione elettorale, si può votare sì, si può votare no, si può lasciare scheda bianca. Ma si deve votare, è un diritto in democrazia e tutti dovremmo difenderlo", ha detto Piqué, dallo spogliatoio del Camp Nou. "Invece oggi la Guardia Civil ha fatto quel che ha fatto per impedirlo: io sono e mi sento oggi più che mai catalano - ha aggiunto, commuovendosi, il difensore - e ne sono orgoglioso. Sono orgoglioso della gente di Catalogna che in questi due anni non ha mai fatto un gesto di violenza".
Poi la decisione di giocare: "L'esecutivo del club era per non giocare, a tutti i costi: ne abbiamo discusso nello spogliatoio, tra giocatori e società, e c'erano opionioni diverse. La mia ora non conta: è stato deciso di giocare, il motto 'mes que un club' non doveva per forza impedirci di scendere in campo".
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