COL CIANURO

Termini Imerese, avvelenò il marito per stare con l'amante: arrestata due anni dopo

A incastrare la donna è stato proprio il suo ex spasimante. Riesumata la salma ed effettuata l'autopsia

© Ansa| Sebastiano Rosella Musico 

I carabinieri di Termini Imerese (Palermo) hanno arrestato una donna accusata di aver organizzato l'omicidio del marito per poter stare con l'amante. A rivelare il retroscena è stato l'ex (ora) spasimante che ha dichiarato ai militari anche il veleno usato: il cianuro. Riesumato il corpo di Sebastiano Rosella Musico, 40 anni, deceduto nel gennaio del 2019 ed eseguita l'autopsia che ha confermato l'avvelenamento.

A finire in manette è stata Loredana Graziano, 36 anni, che ora è accusata di omicidio. Avrebbe avvelenato il consorte per poter stare con l'amante. A febbraio è stato l'ex spasimante, al termine della relazione con la 36enne, a rivelare ai carabinieri i dettagli. Il procuratore ha quindi disposto la riesumazione della salma del pizzaiolo per eseguirne l'autopsia. I medici hanno potuto confermare che non si è trattata di una morte naturale ma di un omicidio compiuto con cianuro.

Secondo il Gip che ha emesso il provvedimento restrittivo su richiesta della Procura, nei confronti della donna sussistono gravi indizi di reità. Per gli investigatori la donna mossa da un senso di forte insofferenza rispetto alla propria vita coniugale, dapprima avrebbe somministrato segretamente al marito un farmaco anticoagulante con effetti potenzialmente tossici nei casi di sovradosaggio e successivamente, in data 22 gennaio 2019, gli avrebbe somministrato, in modo occulto, una dose di cianuro, determinandone il decesso per insufficienza cardiorespiratoria nel giro di pochi minuti.

L'ex amante fu denunciato per stalking - L'ex amante della Graziano ha deciso di parlare dopo essere stato denunciato per stalking dalla donna facendo così aprire un'inchiesta su un decesso che aveva comunque destato sospetti. La casa dove i due coniugi vivevano era stata sequestrata e i familiari di Sebastiano erano stati sentiti. In paese giravano voci sul possibile avvelenamento del pizzaiolo che lavorava in un locale a conduzione familiare. Molto benvoluto e conosciuto a Termini, la sua morte  aveva turbato l'intera comunità.