Nata dalla ricerca Menarini

Dagli omicidi alle violenze: ecco una nuova "arma" a disposizione dei Ris

Sarà una tecnologia tutta italiana, nata dalla ricerca Menarini per la diagnosi dei tumori, ad individuare in modo inequivocabile gli autori di un crimine efferato

© lapresse

L'obiettivo è quello di individuare in modo inequivocabile gli autori di un crimine efferato come violenza sessuale, omicidio, e rapina. La tecnologia è tutta italiana. A disposizione dei Ris ecco una nuova applicazione di una tecnologia originariamente destinata al mondo medico. Nata dalla ricerca Menarini per la diagnosi dei tumori, con l’utilizzo di DEPArray i ricercatori sono stati in grado, per la prima volta, di separare le cellule appartenenti ai diversi fluidi biologici (ad es. sangue, saliva, liquido seminale) prima di effettuare l’analisi genetica standard, e hanno quindi potuto ottenere in maniera assolutamente pura, il corrispondente profilo genetico: un traguardo ed un punto di partenza importanti, se si pensa che i reperti biologici raccolti sulla scena del crimine sono spesso composti da materiale biologico proveniente da due o più persone.

Nel lungo lavoro dei Ris e Menarini sono state analizzate misture biologiche create ad hoc: un mix di liquidi riprodotto in laboratorio che conteneva sangue, saliva e liquido seminale. Nel 100% dei casi il DEPArray è riuscito a identificare i fluidi e il corrispondente profilo genetico. A seguito di queste caratterizzazioni si sono potuti quindi analizzare campioni reali inerenti ad un caso di violenza sessuale. L’analisi ha permesso di individuare le cellule (spermatozoi) e quindi il profilo del colpevole, confermando che l’approccio sviluppato può essere applicato con successo alle tracce reali, non solo a quelle simulate.

“Il progetto DEPArray – spiega il Ten. Col. Andrea Berti, Comandante della Sezione di Biologia del Reparto – è senza dubbio la novità più promettente e rivoluzionaria che il mondo della genetica forense ha visto negli ultimi anni. Per la prima volta sono state, infatti, separate fisicamente singole cellule di donatori costituenti una mistura biologica. Un risultato straordinario se pensiamo all’analisi di tracce biologiche che possiamo trovare sui reperti raccolti nel corso di una indagine. Continueremo a lavorare intensamente sul progetto per capire fino in fondo i limiti di tale tecnologia e poterla poi applicare anche a tracce infinitamente piccole che ricerchiamo sulla scena di un crimine e, quindi, in ultimo, fornire un ulteriore strumento a supporto delle attività di indagine”.