Malasanità

Roma, muore dopo il trapianto: "il cuore era inidoneo" | Il San Camillo: rispettate tutte le procedure

La vittima è un 55enne. Il ministro Lorenzin dispone verifiche. L'ospedale romano: "Tutte le procedure per la selezione dell'organo, per l'espianto e per l'impianto, erano state eseguite con assoluto rigore".

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All'ospedale San Camillo di Roma un 55enne è morto 48 ore dopo aver subito un trapianto di cuore.  Secondo i consulenti della Procura di Roma l'organo non era idoneo. Il San Camillo però non ci sta: "Il caso già nel settembre 2016 fu oggetto di audit da parte del Centro Nazionale Trapianti. Già all'epoca, verificò che tutte le procedure per la selezione dell'organo, per l'espianto e per l'impianto, erano state eseguite con assoluto rigore".

Il paziente era stato chiamato "mentre era in villeggiatura con alcuni parenti" ed era in attesa di trapianto per problemi cardiaci "talmente gravi che i medici gli avevano dato al massimo un anno di vita". Il donatore, un uomo di 50 anni che aveva dato il suo consenso all'espianto degli organi, aveva avuto un attacco cardiaco a Milano. Il trapiantato è morto due giorni dopo l'operazione e i familiari hanno denunciato l'accaduto perché il decesso sarebbe avvenuto per insufficienza cardiaca. L'autopsia, cui ha partecipato un perito incaricato dagli inquirenti, avrebbe confermato e la Procura ha aperto un fascicolo per "omicidio colposo", fascicolo che da alcuni giorni è giunto a Milano per competenza "visto che l'errore medico (questa l'ipotesi tutta da verificare) si sarebbe consumato al S. Raffaele".

Il ministro Lorenzin: "E' gravissimo e inaccettabile" - Annunciando misure di verifica, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha definito "gravissima e inaccettabile" la notizia della morte del 55enne. "E' un errore singolare per un sistema come quello italiano sui trapianti, che ha una procedura tra le migliori al mondo", ha aggiunto.

Costa (Centro Nazionale Trapianti): cuore funzionava - "Il cuore trapiantato nell'uomo che è deceduto dopo un trapianto dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato". Lo ha spiegato il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa. La documentazione è a disposizione degli inquirenti. "Il donatore aveva auto un arresto cardiaco in una piscina - ha detto - ma successivamente aveva ripreso a battere normalmente". I danni cerebrali ne avevano però causato la morte. I controlli avevano poi verificato la normale funzione cardiaca ed il trapianto è avvenuto nei tempi stabiliti.

San Raffaele: avviata verifica interna sul caso - "Stiamo compiendo verifiche interne per ricostruire l'accaduto. In questo momento stiamo mettendo insieme tutti gli elementi per ricostruire la vicenda". E' quanto fa sapere l'ospedale San Raffaele di Milano.