Il Tribunale di Gela, "candidato" alla demolizione dal Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, resterà in piedi. Il Consiglio comunale ha deciso, a larga maggioranza, di acquisirlo come immobile di pubblica utilità. Abusivo per la legge, l’edificio sarà considerato, insieme all’area di pertinenza, patrimonio "indisponibile" della città.
La sentenza - Il 24 aprile 2017 il Cga ha contestato l'errata procedura di esproprio dei 20mila metri quadrati su cui sorge la struttura, proponendo - tra le possibili soluzioni - l'abbattimento dell'edificio. Un milione e mezzo di euro (89 a metro quadro) è stato stanziato dall'amministrazione comunale per indennizzare gli ex proprietari del terreno. Una cifra inadeguata, secondo gli espropriati, che pretendono quasi quattro milioni di euro.
La battaglia legale - Il contenzioso inizia nel 2007, quando il governatore Rosario Crocetta avvia l’esproprio di un’area vicino alla raffineria dell’Eni, di proprietà delle famiglie Calafiore e Sciascia. I privati ricorrono al Tar, che riconosce l’illegittimità dell’operazione. Una valutazione confermata anche dal Consiglio di Giustizia Amministrativa, che ha decretato il diritto dei cittadini a rientrare in possesso del bene.
Posizioni a confronto - Secondo quanto riportato dal Quotidiano di Gela, il dibattito sul "salvataggio" del Tribunale ha evidenziato le differenze in seno al Consiglio comunale. Per Guido Siragusa e Vincenzo Cirigotta (Pd), la decisione "tutela gli interessi dell’Ente per una struttura che, ingiustamente, è stata bollata come abusiva". Di tutt’altro avviso, invece, il Movimento Cinque Stelle. "Siamo in aula a votare un’acquisizione che sana un abuso. C’è stata una procedura illegittima per consentire l’acquisizione di quelle aree. E a pagarne le conseguenze maggiori, come al solito, sono proprio i cittadini. Sono loro che pagheranno le somme dovute agli ex proprietari".