Dopo i fatti di Firenze

Concorsi truccati, De Nicolao a Tgcom24: “I rettori? Piccoli monarchi"

L’esponente dell’associazione di ricercatori e docenti "Roars": "Il caso di Firenze non mi sorprende. Il sistema italiano accentra il potere ed è aggirabile"

di Federica Liparoti

© lapresse|

L’ultimo episodio a Firenze: alcuni professori universitari avrebbero indotto un ricercatore universitario a ritirare la sua candidatura al concorso nazionale per far posto a un altro candidato. È quanto emerge da un’indagine della Procura di Firenze che ha portato all’arresto di sette docenti. Si tratta di un caso isolato? No, secondo Giuseppe De Nicolao, docente dell’Università di Pavia e membro di ROARS, associazione di ricercatori e docenti. 

“Non sono sorpreso da questa indagine - dice a Tgcom24 - La riforma della disciplina del reclutamento dei professori e dei ricercatori universitari del 2010, nel nome della condivisibile lotta alla corruzione ai baroni, ha portato alla concentrazione del potere in poche mani. In passato esistevano concorsi a livello locale, ora la procedura per selezionare i docenti universitari è nazionale”.

Si tratta di una procedura che si presta ad abusi?

"Oggi per diventare ricercatori e professori associati è necessaria la valutazione positiva di una commissione, unica per tutt’Italia. I membri, che decidono se un candidato ha diritto o meno all'abilitazione, vengono individuati attraverso un sorteggio tra i professori ordinari che si occupano di una determinata materia. Per poter essere selezionati è necessario avere un curriculum di alto livello e soddisfare alcuni criteri, come aver pubblicato un certo numero di articoli. Una volta composte le liste dei sorteggiabili, avviene l'estrazione e si formano commissioni da cinque docenti"

Chi aspira a diventare professore universitario, quindi, deve necessariamente ottenere una valutazione positiva da questa commissione?
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Chi vuole insegnare nelle Università italiane deve presentare domanda corredata da curriculum. La commissione valuta i titoli e poi indica, con un "sì" o con un "no", i nomi di coloro che sono abilitati. Non c'è un limite di abilitati, in teoria tutti, se hanno i requisiti, possono superare la prova. Chi consegue l’abilitazione all’insegnamento universitario, che ha una scadenza e non dura per sempre, non ha automaticamente diritto a una cattedra, se vuole ottenere un posto da professore associato in un'università deve poi partecipare a un concorso locale. Ma i posti disponibili sono limitati"

Il destino di molti aspiranti professori è nelle mani di pochi, quindi.
"Pochi e molto potenti. Non stupisce che il sistema attuale, che ha accentrato il potere, sia facilmente aggirabile, come le indiscrezioni di stampa sull’indagine di Firenze sembrerebbero dimostrare. Tra gli indagati ci sarebbe anche il rettore dell’Università degli Studi Giustino Fortunato di Benevento, l’ex ministro Augusto Fantozzi. Pochi mesi fa sono emerse indagini sul rettore di Tor Vergata. Non sono sorpreso, in questi anni i rettori sono diventati piccoli ‘monarchi’."

Come si può mettere un freno al nepotismo e premiare il merito?
"Bisogna favorire la trasparenza delle operazioni di reclutamento dei docenti e un controllo diffuso delle procedure di valutazione. Ed evitare i frequenti conflitti d’interesse dei commissari. Al contrario, a essere favoriti continueranno a essere i delfini dei baroni"