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Beppe Grillo chiude la querelle sul "capo del M5s": "Non fatevi fuorviare dalla semantica, è una questione di legge"

Il fondatore del movimento chiarisce: "E' nel nostro regolamento perché lo impone il nostro sistema elettorale"

"Non fatevi fuorviare dalla semantica di capo politico o premier. Il premierato non esiste come forma giuridica in italia, lo abbiamo usato perché ce lo impone il nostro sistema elettorale". Beppe Grillo chiude la querelle scaturita dal punto sul "capo del movimento" presente nel nuovo regolamento per il candidato premier. Incontrando i giornalisti alla fine della prima serata di Italia 5 stelle a Rimini, Grillo ribadisce: "Le questioni importanti le decidono gli iscritti".

"Capo politico è una frase, due parole, siamo nella semantica, è una questione che ti impone la legge. Io, per esempio, sono stato capo politico all'inizio perché ho messo un nome sul simbolo altrimenti non saremmo potuti andare alle elezioni", afferma. "Noi andiamo avanti, mettiamo il mondo in mano ai trentenni, metà mondo è costituito da chi ha meno di 25 anni. I giovani ci sono ed è bello guardare e proteggerli. Io sono la loro protezione, il loro papà, e li proteggo dalla vostra insinuazione", sottolinea. "Oggi bisogna dare rilevanza al fatto che un ragazzo di trent'anni andrà a parlare con i capi di Stato, se sarà eletto con i M5s", conclude.

Toninelli: "La nostra squadra non è unita dai soldi o dalle poltrone" - "Il capo del M5s? Sarà il capo di una squadra, una squadra unita da principi e lontana dal desiderio di denaro e delle poltrone". Lo dice, alle telecamere di Tgcom24, il deputato M5s Danilo Toninelli, anche lui presente a Italia 5 Stelle a Rimini. Sul caso Fico, Toninelli spiega: "Non c'è nessuna scissione. Non possiamo essere divisi nel M5s perché il nostro obiettivo, che è il nostro faro, è il nostro programma".

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