Massa Carrara, gigolò ed escort con soldi dei fedeli: don euro nei guai
L'inchiesta è partita dalle accuse dei parrocchiani. L'accusa è truffa e appropriazione indebita
E' stato soprannominato Don Euro perché più interessato ai beni terreni che a quelli spirituali. Ostriche, champagne, incontri con gigolò e regali a presunti amanti. A chiusura delle indagini, partite su segnalazioni degli ex parrocchiani, la procura di Massa Carrara ha sequestrato 700mila euro in contanti e 150mila in gioielli. Il parroco è accusato di truffa e appropriazione indebita. Coinvolto, anche se marginalmente, il vescovo di Massa Carrara, Monsignor Giovanni Santucci.
Le indagini - Lo scandalo è scoppiato lo scorso anno, quando
un giovane gigolò napoletano svelò il suo presunto rapporto omosessuale con il prete, che si sarebbe presentato come un facoltoso magistrato. A fare chiarezza sulla seconda vita del don sono state le testimonianze degli ex parrocchiani, che hanno denunciato di aver sovvenzionato per anni il sacerdote che chiedeva con insistenza offerte in denaro contante e assegni.
Sequestro dei beni - Nei suoi confronti è scattato il sequestro provvisorio di
700mila euro, oltre a gioielli e pietre preziose per un valore di 150mila euro. Secondo la procura, si tratterebbe di soldi ricevuti per la Chiesa in 20 anni di offerte. Nell’inchiesta è finito anche il vescovo della diocesi di Massa Carrara,
monsignor Giovanni Santucci, a sua volta indagato, con due accuse giudicate dai magistrate "del tutto marginali e per episodi circoscritti".
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