"Non vado alla Casa Bianca, non voglio andarci: non gradisco il comportamento del nostro presidente e nemmeno ciò che dice". Le parole di Stephen Curry, stella dei Golden State Warriors e giocatore più pagato nella storia del basket, segnano un solco profondo con la storia sportiva americana. Negli Usa, infatti, da sempre le squadre che hanno vinto il campionato nei vari sport vengono ricevute e celebrate dal presidente degli Stati Uniti. Anche l'altra star LeBron James, amico e avversario di Curry, sulla scia, contesta Donald Trump.
Contro Trump - Curry ha proseguito indicando qual è il proprio obiettivo: "Se dovessimo votare nello spogliatoio, io opterò per evitare la visita dal presidente: mi auguro che in questo modo, con un gesto del genere, potremo ispirare il cambiamento".
Obama - Non è la prima volta che Stephen Curry vince il campionato con i Golden State Warriors. Era già successo nel 2015 e a quel tempo il giocatore era andato ad incontrare l'allora presidente Barack Obama alla Casa Bianca. I due, infatti, sono amici da tempo: Obama insegna al campione come si gioca a basket in un video per promuovere un'iniziativa sociale, mentre Curry ha dedicato ad Obama un'edizione speciale della propria linea di scarpe sportive.
LeBron James come l'amico avversario: "Un onore andare alla Casa Bianca prima di Trump" LeBron James irrompe con tutta la sua potenza e irruenza nella polemica che vede coinvolta l'altra star assoluta del basket americano, Stephen Curry, attaccato da Donald Trump. "Andare alla Casa Bianca è stato un onore prima che arrivasse lei", tuona su Twitter la stella dei Cleveland Cavaliers, definendo il presidente un "fannullone". "Curry aveva già detto che non sarebbe venuto - aggiunge LeBron - quindi non c'è nessun invito da ritirare". James durante l'ultima campagna elettorale è stato un attivo sostenitore di Hillary Clinton, partecipando anche a un evento con la ex first lady.
Il precedente - All'indomani della vittoria del campionato era stato Kevin Durant, compagno di squadra di Curry, a dichiarare: "Se dovesse invitarci alla Casa Bianca io non andrò a rendere visita a Donald Trump. Non lo rispetto come presidente, non sono d’accordo con quello che dice e pensa e attraverso questo gesto voglio che la mia opinione sia chiara a tutti".
Il commento dei vertici - Adam Silver, commissario della federazione di basket americana, ha mostrato una visione aperta: "La visita dei campioni Nba alla Casa Bianca mi sta a cuore, è una grande tradizione, ma rispetterei l’intenzione dei giocatori di non parteciparvi".