La voce della dottoressa di Catania violentata mentre faceva il suo lavoro. Parla per la prima volta e lo fa ai microfoni di Mattino Cinque nell’intervista trasmessa il 22 settembre: “Sono profondamente sconvolta come donna e professionista, quasi umiliata, ma lotterò”. La donna è stata aggredita da un uomo di 26 anni, Alfio Cardillo, in carcere. Lo stupratore aveva bevuto e mescolato alcol e antinfiammatori. La dottoressa, 51 anni, è combattiva e non è ancora stata interrogata dai Carabinieri, ma la sua testimonianza è toccante e spinge i colleghi a denunciare la situazione nella quale si trovano ad operare: “Siamo lasciati soli a noi stessi, facciamo entrare gente nella Guardia Medica e quando chiudiamo quella porta non sappiamo cosa può accadere”. E la dottoressa aggiunge: “ Abbiamo delle telecamere a circuito chiuso, sono ridicole, servono solo ad avere delle prove se è successo un delitto. Basterebbe collegarle a un sistema di sorveglianza, cosa che abbiamo chiesto implorando e che non ci è stata data. Tornare a fare il mio lavoro? Forse, ma al momento non so dare una risposta”.