Almeno otto navi sono salpate dai porti della Russia orientale, nel periodo tra febbraio e giugno 2017, per importare petrolio in Corea del Nord. Per aggirare le sanzioni imposte al regime di Kim Jong-un hanno dichiarato come destinazioni porti cinesi o sudcoreani.
Lo riporta l'agenzia di stampa britannica Reuters.
Cambiare la rotta durante il viaggio non è proibito, allora il regime di Pyongyang sembra aver deciso di avvalersi di questo sistema per importare beni nonostante le sanzioni. "La Nord Corea mette in atto pratiche ingannevoli - ha dichiarato a Reuters Marshall S.Billingslea, assistente del segretario del tesoro statunitense - per nascondere la reale origine dei beni che importa. Spesso viene falsificata l'identità e la documentazione delle navi".
Le otto navi hanno lasciato porti di Vladivostok e Nakhodka. In partenza avevano dichiarato come destinazioni alcuni porti della Cina e di Corea del Sud, ma poi invece sono attraccate in Nord Corea, nei porti di Kimchaek, Chongjin, Hungnam o Najin. Non è stato possibile tracciare tutto il percorso che hanno seguito perchè i radar sono stati spenti diverse volte durante il viaggio. Nessuna delle navi però è stata registrata in Cina o in Corea del Sud. E non c'è dubbio sui porti di partenza e destinazioni e sul fatto che queste navi trasportavano tra le 500 e le 2000 tonnellate di petrolio.
Il Ministro degli esteri russo ha commentato dicendo che la Russia rispetta le sanzioni imposte a Pyongyang, ma non può controllare il movimento delle navi oltre i confini russi.