Vaccini e trombosi, ecco tutto quello che sappiamo di certo
J&J utilizza la stessa tecnologia di AstraZeneca, dice il farmacologo Antonio Clavenna, "con virus modificati per attivare l'immunizzazione". Una conseguenza, in rari casi, potrebbe essere la trombosi
Anagni, lo stabilimento Catalent dove si infiala il vaccino AstraZeneca
Dopo la sospensione del vaccino di Johnson&Johnson da parte degli Usa per i casi di trombosi rilevati, l'attenzione degli scienziati è puntata sugli anti-Covid che utilizzano una piattaforma a vettore virale. Si tratta di quelli messi in campo, oltre che dall'americana J&J, anche da AstraZeneca. Entrambi i prodotti utilizzano la stessa tecnologia e proprio il vettore virale potrebbe essere associato, secondo un'ipotesi allo studio, agli eventi rari di trombosi segnalati.
Il meccanismo dei vaccini a vettore virale - Nei vaccini a vettore virale, spiega all'Ansa il farmacologo Antonio Clavenna del dipartimento Salute pubblica dell'Istituto Mario Negri di Milano, "vengono utilizzati virus modificati in laboratorio perché risultino incapaci di replicarsi una volta introdotti nell'organismo. Nel caso di AstraZeneca e di Johnson&Johnson, si usano adenovirus responsabili in genere di processi infettivi a carico delle alte vie respiratorie".
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