soldi per la scienza

Salute, al supermercato piantine di erica per combattere l'Alzheimer

Coop e Airalzh collaborano per finanziare la ricerca su questa malattia che colpisce un milione e 400mila italiani

© ufficio-stampa

Seicentomila euro per finanziare il lavoro di 25 ricercatori contro l'Alzheimer. Questo il risultato della collaborazione tra Coop e Airalzh Onlus, che si ripete per il secondo anno consecutivo. Tra i risultati più importanti, la scoperta di due polifenoli dell'olio extravergine d'oliva che contrastano la formazione di molecole tossiche nel cervello. Il 21 settembre le piantine di erica a sostegno della ricerca sulll'Alzheimer.

Altri risultati - E’ stata scoperta una proteina (CAP2) potenzialmente in grado di modificare i processi di memoria e apprendimento che vengono alterati nella malattia di Alzheimer. Questo studio permette di identificare un potenziale bersaglio farmacologico per prevenire la cattiva funzionalità dei contatti tra le cellule nervose delle prime fasi della patologia. Le prime sperimentazioni mostrano risultati positivi per quanto riguarda il linguaggio e i disturbi comportamentali.

© ufficio-stampa

L'esperto - "Per contrastare e sconfiggere l’Alzheimer purtroppo non esistono ancora terapie risolutive - spiega il prof Sandro Sorbi, presidente di Airalzh -. Esiste solo la ricerca, unica arma per rallentare e bloccare la progressione della malattia e per effettuare diagnosi sempre più precoci e tempestive".

La prevenzione - In Italia oggi sono circa un milione e 400mila le persone con questo disturbo. Allo stato attuale delle conoscenze, gli stili di vita e l’alimentazione "si stanno rivelando sempre più importanti per la prevenzione di molte patologie – spiega Stefano Bassi, presidente dell'Associazione nazionale cooperative dei consumatori – e crediamo che la ricerca sia l’elemento fondamentale per contrastare una malattia ancora oggi così insidiosa".

I dati mondiali - Secondo il World Alzheimer Report, nel mondo si stimano circa 47 milioni di persone affette da demenze di cui il 50-60% con questa patologia. A causa dell’invecchiamento della popolazione si prevede che nei prossimi 30 anni i casi triplicheranno ed entro il 2050 ne saranno affette 133 milioni di persone.