La valigia è pronta, Ilario la sta già caricando sulla sua Vespa mentre lo raggiungiamo poco prima della sua partenza prevista per il 16 settembre da Milano. Si porterà dietro poche, pochissime, cose per un viaggio che lo porterà lontano da casa per tre anni. L’obiettivo è girare il mondo sulla sua Vespa classe ’68 (cilindrata di 125 centimetri cubi portata a 150). Per partire ha chiuso la sua attività: un B&B vicino la Stazione Centrale di Milano. I soldi guadagnati li userà per finanziarsi i prossimi anni di viaggio.
Ilario partirà alle 10 di mattina dall’Arco della Pace, direzione Capo Nord in Norvegia, uno dei punti più settentrionali d’Europa. Poi scenderà verso Città del Capo, in Sudafrica, la punta meridionale del continente africano. Nel tragitto passerà per la Spagna, il Portogallo e il Marocco per andare sempre più in giù verso Senegal e Togo. Dopo aver toccato la punta africana Ilario risalirà verso l’Egitto puntando a raggiungere l’Australia e la Nuova Zelanda. Ha in mente di attraversare anche zone critiche come Iraq e Siria. Infine tornerà in America a salutare gli amici e da lì un aereo lo porterà in Spagna per affrontare l’ultima tratta del viaggio: direzione casa, Milano.
Manca poco, è tutto pronto?
Sì, ormai è fatta. Mi porterò pochissime cose, la parte più difficile non è tanto fare la valigia quanto caricarla sulla Vespa che non è proprio un camper…
Ha dovuto selezionare poche cose, cosa ha deciso di portare con sé?
Il minimo indispensabile: qualche cambio, ma soprattutto pezzi per la Vespa, attrezzi, macchina fotografica, pc e drone. Diciamo che ho sacrificato molte mie cose per fare spazio alla Vespa e agli strumenti tecnologici che volevo portare con me per documentare il viaggio.
Siamo una società alla costante ricerca di un’occupazione. Lei ha una laurea in Economia e aveva un’attività sua. Cosa l’ha spinta a mollare tutto e partire per un viaggio così difficile e pericoloso?
Mi ha spinto il timore di avere un grosso rimpianto. Non ci ho pensato tanto: ho chiuso tutto e ho deciso di partire. Spero di aver fatto la scelta giusta.
Come mai come mezzo ha scelto proprio lo scooter?
La mia passione per la Vespa nasce da quando ero piccolo. Avevo 4/5 anni e i miei me ne avevano regalato una giocattolo. Me ne sono innamorato, allora quando a 14 anni è stato il momento di prendere lo scooter ho scelto la Vespa. Da lì è diventata una malattia incurabile: ne ho 15 in garage.
Perché per il suo viaggio ne ha scelta una "vecchia" 50 anni?
In verità l’ho scelta solo in base all’estetica, mi piaceva il colore e il modello. Penso che si può girare il mondo con qualsiasi mezzo: a piedi, in bici, allora ho scelto quella che mi piaceva di più.
La Vespa è il simbolo dell’Italia nel mondo. Ma va ancora di moda?
Credo proprio di sì, tutti conoscono la Vespa e ci vorrà tempo prima che passi di moda. È così diffusa che in qualsiasi parte del mondo ho trovato club, vespisti oppure persone che mi hanno ospitato a casa soltanto perché viaggiavo con una Vespa.
Parliamo del viaggio. Non ha paura delle difficoltà che si troverà ad affrontare?
No, paura no. Non sono uno che ha paura. Non perché sono un supereroe, forse sono semplicemente incosciente. Ci saranno problemi che dovrò affrontare e superare, ma non si può partire con la paura. Sicuramente in un viaggio del genere ci vuole fortuna, come in tutte le cose. Non posso preventivare gli imprevisti, se avrò difficoltà confido sulla rete di contatti che ho sparsi per il mondo, ma ho fiducia perché nello scorso viaggio la Vespa non mi ha mai lasciato per strada, mi ha sempre riportato a casa.
Quanti chilometri pensa di fare al giorno?
Spero di fare una media di 500 chilometri, ma dipende molto dalle condizioni atmosferiche e dal terreno. Nello scorso viaggio, per esempio, facevo anche mille chilometri al giorno perché in America trovi percorsi facili con strade pianeggianti. Questa volta so che ci saranno giornate in cui ne farò pochissimi, l’Africa sarà un continente difficile da affrontare.
Tempo fa ha detto che le piacerebbe attraversare anche Iraq e Siria. Visto che la situazione in Medio Oriente sta peggiorando di giorno in giorno ha cambiato idea?
Assolutamente no. In senso il percorso che seguirò è molto variabile, ho in mente delle tappe, ma poi valuterò sul posto quale strada è meglio intraprendere. Anche per quanto riguarda Iraq e Siria, quando sarò in zona parlerò con persone del posto e vedrò se è il caso di attraversarle o rinunciare.
Quanto pensa di spendere per un viaggio lungo 150 mila chilometri?
Meno di quanto si possa pensare, fuori dall’Europa i prezzi sono molto diversi. Ho girato l’America in due anni con 11mila euro, questa volta per un viaggio che è circa il doppio a livello di chilometri ne ho preventivato 20/25 mila. Di base ho con me una tenda per poter appoggiarmi ovunque, poi se incontro gente disposta a ospitarmi ben venga. Altrimenti come ultima opzione mi fermo in ostelli o pensioni. Cercherò sempre la soluzione più economica