VOTATA DALLA GIURIA POPOLARE

Premio Campiello, vince "L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

L'autrice ha dedicato la vittoria alla sua terra: l'Abruzzo

di Paolo Brinis

© ansa

Donatella Di Pietrantonio con L'Arminuta (Einaudi) ha vinto la 55/ma edizione del Premio Campiello, premio letterario promosso dagli industriali veneti. La scrittrice, che non ha mai abbandonato la sua professione di dentista pediatrico, ha raccontato: "Nei romanzi inserisco sempre un cameo legato alla mia attività". Di Pietrantonio, classe 1963, è abruzzese e proprio alla sua regione - “terra martoriata, colpita da terremoti, valanghe, incendi” - ha dedicato la vittoria.

Il romanzo – edito da Einaudi – racconta la storia di un’adolescente, riconsegnata come un pacco dalla madre affidataria a quella naturale. Vittima di un doppio abbandono, vita vissuta due volte in due ambienti che stridono e nulla hanno in comune: linguaggio, educazione, svaghi, cibo. Eppure L’Arminuta (termine dialettale da tradurre con la «ritornata»), seguendo un percorso accidentato, alla fine ritrova se stessa. Complici due fratelli, lo smaliziato Vincenzo e l’impertinente Adriana. 

Il giudizio popolare (trecento lettori sparsi in tutta la Penisola) ha capovolto il verdetto della Giuria tecnica, presieduta da Ottavia Piccolo. Ed è proprio questo il bello del Campiello, un premio che non coinvolge solo critici e addetti ai lavori. Donatella Di Pierantonio ha ricevuto 133 voti (su di un totale di 282). Secondo si è classificato Stefano Massini con 99 voti, terzo Mauro Covacich (25 voti) quarta Alessandra Sarchi (13 voti) e quinta Laura Pugno (12 voti).

Ma a Venezia (anche quest’anno la serata conclusiva del Campiello si è svolta al Teatro La Fenice) c’è anche un altro vincitore, quello del Campiello Giovani 2017, Andrea Zancanaro, studente in Medicina, 21 anni, di Feltre. Anche lui da grande vorrebbe fare il medico. Il suo racconto Ognuno ha il suo mostro è una storia eccentrica, originale e divertente sul disagio psichico, protagonisti due personaggi nevrotici che grazie al dialogo sembrano in grado di risolvere le loro ossessioni.