IL CASO DELLE RAGAZZE AMERICANE

Accuse di stupro, sospesi i due carabinieri | Le dichiarazioni al pm: "Rapporto consenziente"

Uno dei militari indagati si è presentato spontaneamente in Procura a Firenze. Il ministro Pinotti: "A chiusura indagini risposta sarà dura"

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Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente: è la tesi esposta al pm da uno dei due carabinieri indagati per il presunto stupro compiuto nei confronti di due ragazze americane a Firenze. Il militare si sarebbe presentato spontaneamente in Procura, accompagnato dal suo legale. Nei confronti dei due carabinieri è stato disposto "un provvedimento di sospensione precauzionale dall'impiego".

E' inoltre emerso che né al proprio comando né nei propri fogli di servizio i due carabinieri avevano comunicato di aver fatto salire sulla gazzella le due ragazze, fatto che di per sé già costituisce reato. Nelle prossime ore dovrebbe essere ascoltato anche l'altro carabiniere iscritto nel registro degli indagati.

Il legale della ragazza: "Nessuna assicurazione su violenza" - Le due studentesse americane che hanno denunciato i carabinieri non hanno un'assicurazione specifica sulla violenza sessuale. A precisarlo è il legale della 19enne, l'avvocato Gabriele Zanobini, che spiega come l'Università statunitense, "stipula un'assicurazione generale per gli studenti che vengono in Italia. E' una polizza che comprende varie cose, dalla rapina all'incidente, dal furto ai problemi che potrebbero sorgere dal troppo bere e altro ancora".

Il ministro Pinotti: "Risposta sarà dura"  - "Il fatto è molto grave e la risposta sarà dura, ferma e rapida, ovviamente nel momento in cui ci sarà la conclusione delle indagini". Così la ministra della Difesa Roberta Pinotti. "Si tratta - ha sottolineato Pinotti - di un atto gravissimo, stanno andando avanti le indagini però ci sono degli elementi di fondatezza. Ho parlato, e continuo a essere in contatto, con il comando generale dell'Arma. I due carabinieri sono stati immediatamente sospesi dal servizio". "Quello che dispiace - ha aggiunto Pinotti - è che nelle 4.100 stazioni dell'Arma in Italia ci sono tantissimi carabinieri che stanno facendo il loro dovere, spesso a rischio della loro vita e che rassicurano i cittadini con la loro azione. Vedere infangato il nome dell'Arma è un dolore. Anche per questo dobbiamo essere particolarmente determinati. Un carabiniere in uniforme - ha concluso Roberta Pinotti - deve essere sempre un motivo di sicurezza. Pensare che qualcuno possa in uniforme compiere atti tanto gravi è qualcosa davvero di inaudito".