Per tre giorni si potrà rivivere al cinema la magia dei concerti che David Gilmour ha tenuto a Pompei nel luglio del 2016. Arriva infatti nelle sale italiane, dal 13 al 15 settembre, "Live at Pompeii". Un evento nell'evento, per rivivere il primo concerto svoltosi nell'anfiteatro romano davanti a un pubblico dopo quasi 2.000 anni, con brani che coprono tutta la carriera di Gilmour, dai classici dei Pink Floyd alle ultime opere soliste.
Il film racchiude il meglio dei due concerti di un anno fa, ripresi con il massimo della tecnologia, in puro stile Pink Floyd. Girato in 4k, con una risoluzione spaventosa che doppia lo standard delle proiezioni digitali (si possono vedere distintamente i graffi sul battipenna della chitarra di Gilmour), allo spettacolo video il film aggiunge quello audio. Grazie al sistema Dolby Atmos, infatti, lo spettatore è avvolto nel suono da ogni direzione, grazie al posizionamento dinamico di 64 diffusori distribuiti su ogni lato della sala.
Insomma, se non sarà come essere a Pompei poco ci manca. Lo show vero e proprio è preceduto da un breve documentario sulle prove, con Gilmour che rievoca il concerto dei Pink Floyd di 45 anni prima. Una situazione del tutto diversa, realizzata senza pubblico, nell'arco di alcuni giorni e sotto un sole cocente. Condizioni, considerando anche le possibilità tecniche dell'epoca, quasi proibitive che non hanno impedito di realizzare un evento storico e unico.
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Qui siamo su tutt'altro terreno. Quello di Gilmour è un film-concerto tradizionale con la fortuna di essere girato in una location unica, anche se il suo pizzico di storicità se lo guadagna essendo il primo a svolgersi a Pompei con un pubblico dall'epoca dei gladiatori.
Nel contesto dello show appare evidente l'assoluta coerenza nel percorso artistico di Gilmour, con i brani più recenti degli album da solista che si inseriscono perfettamente nel quadro dei classici dei Pink Floyd, tanto che un ascoltatore che vergine farebbe fatica a distinguere i primi dai secondi. Merito anche di una band robustissima, composta da musicisti tutti di estrazione diversa (Chester Kamen è stato a lungo chitarrista di Bryan Ferry ma e è anche andato in tour con Roger Waters, Greg Phillinganes ha suonato le tastiere per Michael Jackson mentre Chuck Leavell è un tastierista di matrice blues, dalla lunga esperienza con l'Allman Brothers Band) ma perfettamente amalgamata a supporto di un Gilmour a 71 anni ancora in grande spolvero: qualche lieve incertezza vocale, ma quando a parlare e la chitarra i momenti emozionanti sono da brivido.
La resa filmica è tale che sembra a tratti di essere davvero sul palco, e se proprio una pecca vogliamo trovarla è proprio nell'assoluta perfezione, che rende tutto fin troppo levigato, al punto che la presenza del pubblico a tratti sembra risolversii in urletti attaccati posticciamente in post produzione. Ma d'altro canto non stiamo parlando di punk rock ma di una musica che fa della cura del dettaglio una religione. Per chi dovesse perdersi il film al cinema c'è sempre la possibilità di rifarsi a casa. "Live at Pompeii" uscirà infatti in versione cd/dvd e blu ray (con anche delle canzoni in più rispetto alla versione da grande schermo), il 29 settembre.