Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, dice che quella dell'Eurozona è “una crescita solida e ben diffusa”. Il dato complessivo – nel secondo trimestre 2017, il PIL dell'area euro è cresciuto sia su base annua (+2,3%) che trimestrale (+0,6%) (fonte: Eurostat) – lo conferma.
Per quanto “ben diffusa” – tra aprile e luglio, le performance di tutti i Paesi dell'Eurozona sono state positive (sia nel confronto con il primo trimestre che con lo stesso periodo dell'anno precedente) –, la crescita non è stata omogenea. Nel secondo trimestre 2017, una manciata di economie – l'elenco comprende i Paesi Bassi (+1,5% rispetto al trimestre precedente), l'Estonia (+1,3%), la Lettonia (+0,6%) e la Slovenia (+1,1%) – hanno fatto registrare tassi di crescita superiori alle altre. Al vertice opposto della graduatoria che classifica le economie in base alle proprie performance, si trovano Grecia (+0,5%), Italia e Belgio (entrambe a +0,4%) e Portogallo (+0,3%).
La BCE ha nuovamente rivisto al rialzo le stime di crescita dell'Eurozona per il 2017, portandola al 2,2% dal precedente 1,9%. Quali sono i fattori che hanno determinato la recente crescita dell'Eurozona? L'Eurostat osserva che l'incremento della spesa per i consumi finali delle famiglie dell'area euro (+0,5%) ha contribuito positivamente all'aumento del Prodotto interno lordo (a crescere sono state anche le esportazioni: +1,1%). Nelle sue previsioni di primavera, comunque la Commissione europea ha osservato che nel 2017 i consumi privati – ovvero “il principale motore della crescita negli ultimi anni” – dovrebbero diminuire, dopo aver raggiunto nel 2016 il livello più alto dell'ultimo decennio. A pesare sarà l'inflazione che erode parzialmente il potere d'acquisto delle famiglie.
Nel 2018, le cose dovrebbero comunque cambiare: con il previsto rallentamento dell'inflazione, i consumi privati dovrebbero nuovamente registrare una lieve ripresa. Bene anche gli investimenti – la Commissione europea parla di “un'espansione abbastanza regolare” –, nonostante le modeste prospettive di crescita e della necessità di ridurre l'indebitamento in alcuni settori.