Stato e Regioni hanno raggiunto l'accordo per il dimezzamento delle sale da gioco in tre anni. Tra le novità, spetterà agli Enti locali stabilire dove collocare le rimanenti 55mila: la priorità è far rispettare la distanza minima delle sale da scuole e ospedali. Il decreto attuativo è atteso per fine mese. Le associazioni denunciano l'ipocrisia del provvedimento, mentre i gestori paventano un rischio occupazionale. Stimati meno 6 miliardi di entrate.
La soddisfazione del Governo - "Si tratta del primo significativo tassello di una strategia complessiva di riforma del settore che sancisce una vera inversione di tendenza - afferma il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta - La tutela della salute e la sicurezza pubblica ed il contrasto alla illegalità sono da oggi un obiettivo generale del Paese". Alessia Morani, vice presidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati, ha aggiunto: "Le slot machine più vecchie vengono rottamate e solo in parte rimpiazzate con altre, collegate direttamente con i Monopoli di Stato che potranno controllarle da remoto. Aumenta lo standard di qualità e sicurezza dei punti gioco nei quali dovranno essere assicurati accesso selettivo, tramite l'identificazione con documento del giocatore, e la videosorveglianza. Non potranno 'essere esposte immagini eccessive che inducano al gioco, e il personale dovrà essere formato anche sul contrasto al gioco d'azzardo".
Le critiche delle associazioni - Il presidente del Comitato Nazionale Antiusura, monsignor Alberto D'Urso, qualche giorno fa è ricorso a parole durissime per commentare la relazione su questo provvedimento: "Il perseguimento reale del contenimento del consumo, finalizzato alla tutela della salute e alla dignità della persone, non è nell’agenda del Governo, nella quale primeggiano invece il profitto delle concessionarie dell’azzardo e le entrate erariali". E sul tema della gestione statale dei giochi ha affondato: "Gratta e Vinci con le stringhe che danno l’illusione delle 'quasi vincite', slot machine che centellinano i premi per fidelizzare, sale da gioco d’azzardo in funzione nelle 24 ore, e i luoghi della socialità (per minori, famiglie, anziani) colonizzati dal richiamo della Fortuna: è grazie a questi sistemi che gli italiani sono stati 'ristrutturati' come massa di giocatori patologici, senza che la politica tutelasse l’interesse pubblico".
Le critiche dei gestori - "Un accordo che non raggiunge gli scopi prefissi, ovvero la tutela dell'ordine pubblico, degli investimenti industriali, di una corretta gestione del gioco legalizzato, la tutela della salute delle persone, ma va verso un`unica direzione: quella di consentire l'espulsione del gioco lecito in Italia - afferma Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia - Un intero settore industriale che conta oltre 6.000 imprese e 150.000 occupati nel nostro Paese, e che ha garantito in questi anni un presidio contro il gioco illegale, pronto oggi a riguadagnare terreno".