Puglia trendy

Salento, tra Barocco e un mare da sogno

La costa al top dell’estate 2017: movida e spiagge animatissime. La bella Lecce barocca e una gastronomia da urlo

Capoluogo di provincia più meridionale della Puglia, Lecce  è al centro del Salento, la meta di mare italiana più trendy dell’estate 2017. Una meta ideale per un soggiorno di fine estate: il mare è a pochissimi chilometri (a una dozzina l’Adriatico, a una trentina lo Jonio) e quindi si possono abbinare alla visita alla città anche giornate da dedicare alla spiaggia, da godersi senza la ressa di luglio e agosto.

Lecce è la capitale italiana del barocco. In quella che venne definita la “Firenze della Puglia” i capricci dell’architettura e della scultura rappresentano un unicum. Il suo centro storico, fatto di vie tortuose e piazzette raccolte, è ricco di edifici sacri e civili esaltati dalla pietra con cui furono costruiti, un calcare marnoso delle cave locali, dal tipico colore dorato con sfumature rosa.

Il barocco leccese - Colta ed elegante, ricca e religiosa. Tra il Quattrocento e il Settecento, quando a dominare erano gli spagnoli, Lecce visse il periodo di maggior splendore. E da quella effervescenza culturale seppe creare il “suo” barocco: dopo il 1630 la città divenne un enorme cantiere in cui si costruirono palazzi importanti ma soprattutto splendide chiese. E’ piazza Sant’Oronzo il cuore di Lecce, punto di partenza di ogni itinerario turistico: ecco la colonna con la statua del santo, il palazzo del Seggio - già sede del comune fino al 1851 - e l’anfiteatro del II sec, il monumento romano della città meglio conservato (poteva ospitare fino a 25 mila spettatori).

L’affascinante piazza del Duomo - Un’occhiata al vicino castello cinquecentesco e risalendo per Viale 25 luglio si intravvede il capolavoro del barocco salentino: Santa Croce. Piazza del Duomo è una quinta scenografica perfetta: della cattedrale spiccano la ricchezza decorativa della facciata laterale sinistra, coronata da una statua di Sant’Oronzo all’interno di un arco trionfale, e il campanile da cui la vista sui tetti di Lecce è eccezionale. Alla destra del duomo, il seminario e il palazzo vescovile, accomunati da eleganti loggiati.

Il miracolo di San Francesco in via Perroni- Lecce è una città da scoprire un po’ alla volta, passeggiando. E allora una deviazione la merita via dei Perroni (dietro al teatro romano, vicinissimo alla chiesa di San Matteo) perché qui, al civico 14, si fermò San Francesco d’Assisi probabilmente, nel 1222. Pare che il santo si fosse recato a casa della nobile famiglia Perrone per chiedere alla domestica del pane. Lei rispose di non averne, ma San Francesco la convinse ad andare a vedere nella dispensa, che la donna trovò piena di pane fresco. In seguito i Perrone fecero scolpire sul portale un angelo che tiene in mano una pagnotta e, all'interno, un'iscrizione che ricorda l’ accaduto.

Capitale della cartapesta - Lecce è la capitale della cartapesta, un’arte che si è diffusa con la Controriforma quando la Chiesa decise di esaltare il sentimento religioso, e per rappresentarlo si decise di “umanizzarlo”. I soggetti più diffusi sono le statuine sacre o quelle tradizionali del presepe. Un artigianato povero, visto che è sufficiente della carta straccia, colla d’amido più paglia e fil di ferro per la struttura interna, eppure antico (il cartapestaio “nasce” nel ‘600) e immutato nei secoli. Ancora oggi poi non mancano le botteghe di scalpellini che lavorano la pietra leccese.

La gastronomia - Sono le verdure le straordinarie protagoniste della tavola a Lecce: ceci (con le tagliatelle diventano ciceri e tria), fave (ottimo il purè), melanzane. E poi, olive, cipolle e pomodori che, con le acciughe, sono utilizzate per insaporire le pizze rustiche o per il pane purecasciu (con cipolla e pomodori) o, ancora, per la puccia (pane con olive nere snocciolate). Come secondi, Lecce è terra di pesce e molluschi: sono rinomate le cozze e le schiuma di mare, alici piccole e tenere che si gustano crude con un po’ di limone. Capretto, agnello e latticini non mancano comunque sulla tavola: da assaggiare i turcinieddhri (involtini di interiora di agnello insaporiti con erbe aromatiche) e focacce di patate e ricotta ripiene generalmente di verdure (pitte). Fra i dolci torroncini, croccanti di mandorle, pittedre (panzerotti con marmellata). Vini Doc sono il Copertino, il Leverano, il Matino, l’Alezio , il Salice Salentino e lo Squinzano.

Nei dintorni - Chi prende la strada costiera adriatica, dopo Otranto, non potrà fare a meno di notare strapiombi e fiordi. Ma sono le grotte, dono della natura carsica del territorio, l’attrazione da non perdere: un nome su tutti, la grotta Zinzulusa, accessibile sia via mare che via terra. Chi ama l’arte e il barocco in particolare, dovrà fermarsi a Nardò, la “piccola Lecce” che guarda invece il mar Jonio. Sempre sulla costa jonica, Gallipoli è un’altra cittadina affascinante, col borgo vecchio e il castello costruiti su un isolotto. Se si cerca un mare dai colori caraibici e dalle spiagge di sabbia finissima, allora la meta è Porto Cesareo. Un panorama imperdibile è quello che presenta capo Santa Maria di Leuca, circondato da numerose grotte visitabili sia da terra che via mare. Nel punto in cui l’Adriatico si fonde con lo Jonio, se il cielo lo consente e se si ha voglia di salire una scala a chiocciola di ben 254 gradini, lo sguardo spazia dai monti dell’Albania e della Calabria alle isole Ionie, fino a Corfù e alla costa greca.

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