Nina Zilli: "Canto la mia rivolta: senza smartphone e con più altruismo"
La cantante presenta a Tgcom24 il nuovo album "Modern Art" in cui collabora con Calcutta, Tommaso Paradiso e J-Ax
Per "Modern Art" Nina Zilli si è rinchiusa nella sua cameretta e ha cercato di "creare un mondo di suoni". Il risultato è un mix tra reggae, rap e sonorità urban. E tropical, come ama ripetere. La cantautrice aveva voglia di cambiare, spinta anche dall'esperienza in tv, con sound meno retrò e più "rivoluzionari". Si è aperta alle collaborazioni (da Calcutta a Tommaso Paradiso) e ha guardato indietro, trovando ispirazione in Giamaica, a un mondo senza smartphone. Come racconta a Tgcom24.
Molto di questo album è stato scritto in Giamaica, perché sei così legata all'isola?
La prima volta che ho potuto pagarmi una vacanza sono andata in Giamaica. Quando ho sentito per la prima volta la musica di Bob Marley non ho pensato alle parole. Ero rapita. Crescendo ho capito anche i testi, mi sono resa conto ancora di più della magia e della poesia. Lì trovo tanta ispirazione per scrivere le canzoni.
Hai scritto tanto in Modern Art, ma forse per la prima volta ci sono molte collaborazioni rispetto al passato, perché hai sentito questa esigenza?
Sono sempre stata abituata a scrivere da sola e in questo percorso incontro degli autori, dei cantautori, e ho scoperto che mi piace tanto condividere la scrittura come il sound. Ne sentivo davvero il bisogno.
A proposito di collaborazioni, ritroviamo J-Ax...
"Butti giù" è l'altro lato della medaglia. Dopo "Uno di quei giorni" rappiamo su un pezzo rivoltoso, quando le cose non vanno bisogna far sentire la propria voce. C'è energia pura, credo che lo zietto si sia superato.
C'è anche una cover, "Il mio posto qual è", di Ornella Vanoni, come lo hai scelto?
Un pezzo poco conosciuto, appena il mio manager Giannini me l'ha fatto sentire me ne ne sono innamorata. E' del 1967, ha un sound pazzesco, a cavallo tra il beat e quello che sarà il rock degli Anni 70. Il testo è semplice e crudo, scritto da Franco Califano. Cantato da Ornella Vanoni, avevo anche un po' paura a interpretarlo. E' una canzone molto attuale, quando seguo i telegiornali, mi chiedo spesso "il mio posto qual è?" Questa canzone me la sono sentita molto addosso.
Per questo disco ti sei proiettata in un tempo in cui i telefonini non avevano ancora preso il sopravvento sulle nostre vite...
Negli Anni 90 non avevamo il cellulare e condividevamo la vita. Niente Twitter o Facebook. Questo tempo storico così moderno e di condivisione sociale credo sia stato rivoluzionario. La tecnologia ci ha permesso delle cose importanti, ma dall'altra parte ci fa essere sempre più concentrati su noi stessi e non ci accorgiamo di quello che ci succede intorno. Ecco, dovremmo ritornare a quello spirito lì, anche di rivolta, per ottenere giustizia e pace.
Quanto ti ha condizionato la tv?
La mia esperienza è in un programma fatto dalle persone e la loro forza, la tenacia e la luce mi ha fatto sicuramente venire voglia di parlare degli essere umani, capaci di cose bellissime.
E adesso che succede?
Ora voglio fare la cantante. E parto in tour.
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