Scene apocalittiche nel Texas meridionale, dove il ciclone Harvey, ormai declassato a tempesta tropicale, continua ad imperversare con le sue piogge torrenziali sommergendo città e villaggi. Houston è in ginocchio, totalmente paralizzata da una marea di oltre un metro. Ora tocca anche alla Louisiana, dove Donald Trump ha già dichiarato lo stato di emergenza.
Otto le vittime accertate, dispersa famiglia di sei persone - Le vittime accertate finora sono "solo" otto (sei nella contea di Harris, uno a Rockport e un'altra a Galvenston) ma i soccorsi non sono ancora conclusi. Le autorità temono infatti che sei persone della stessa famiglia siano morte a Houston.
E il peggio deve ancora arrivare, avvisa il servizio meteo federale (Nws), secondo cui il picco delle inondazioni è atteso tra mercoledì o giovedì, quando saranno caduti altri 40-50 cm d'acqua. Finora sono precipitati 40mila miliardi di litri di pioggia e alla fine potrebbero più che raddoppiare.
Donald e Melania Trump martedì nei luooghi del disastro - Nel frattempo martedì il presidente e la first lady Melania, atterreranno a bordo dell'Air Force One a Corpus Christi, la città dove Harvey ha toccato terra con tutta sua sua furia di uragano classe 4 (su 5), il peggiore dopo Katrina nel 2005.
Le polemiche sulla gestione dell'emergenza - Esplodono intanto le polemiche sulla gestione dell'emergenza. C'è chi, come l'ex generale Russell Honoré, che diresse le operazioni del Pentagono in risposta a Katrina e Rita, ha rinfacciato al governatore del Texas Greg Abbott di non aver mobilitato subito l'intera Guardia Nazionale: fino a domenica erano stati richiamati solo 3mila uomini, saliti solo lunedì a 12mila. C'è poi il botta e risposta tra lo stesso Abbott e il sindaco di Houston Sylvester Turner: il primo lo ha accusato di non aver fatto evacuare la città, il secondo ha replicato che sarebbe stato più pericoloso e problematico sfollare 6,6 milioni di persone.
Turner e le altre autorità cittadine hanno fornito i numeri provvisori della tragedia: 5.500 persone ospitate nei centri di accoglienza provvisori (ma la Protezione civile ne prevede 30mila), 2mila salvate, centinaia di soccorsi critici in corso, 75mila telefonate al numero di emergenza.