Imprese: così prosegue la ripresa
Gli ultimi dati mostrano un andamento più positivo, cresce la fiducia e diminuiscono i fallimenti
La fiducia che sale nel mese di agosto, sia tra i consumatori che tra le imprese, rappresenta la conferma degli incoraggianti segnali di consolidamento della risalita economica emersi nelle scorse settimane. In particolare, riferisce l'Istat, con l'indicatore che dal precedente 105,6 passa a 107, le imprese tornano sui valori medi del 2007.
Ma l'Istat spiega anche che i diversi settori economici mostrano segnali eterogenei: in aumento nel manifatturiero e nei servizi, il clima di fiducia cala invece nelle costruzioni (il settore che più ha sofferto gli effetti della crisi e ancora oggi appare in affanno) e nel commercio al dettaglio.
Il settore manifatturiero è tra i settori maggiormente in salute in questa fase di risalita economica. Nell'ultimo rapporto dell'ufficio studi di Mediobanca – un'analisi che ha passato in rassegna le imprese manifatturiere con oltre 20 addetti che rappresentano il 50% del fatturato manifatturiero italiano – viene sottolineato come nel 2016 il fatturato delle realtà manifatturiere sia cresciuto per il terzo anno consecutivo (+1,9%), mentre nei servizi, ad esempio, le cose non sono andate altrettanto bene.
In generale, che le imprese italiane stiano meglio rispetto a qualche tempo fa, è stato confermato anche dai recenti dati di Cribis, società del Gruppo Crif, secondo cui i fallimenti risultano in calo nel secondo trimestre del 2017, sebbene i livelli pre-crisi risultino ancora lontani.
Un trend al miglioramento, insomma, che sta riguardando anche le nuove imprese: proprio l'Istat nella sua demografia d'impresa osserva che dopo la ripresa di quell'anno la capacità di sopravvivenza delle nuove imprese è in crescita pure nel 2015. Tra quelle nate nel 2014, alla fine del 2015 l'80% è ancora in attività (+3,2% sul 2014). L'aumento della sopravvivenza riguarda tutti i macro-settori, ma è superiore alla media nazionale solo negli Altri servizi (+3,7%).
Anche i cambiamenti del tessuto produttivo potrebbero in qualche modo influire sulla tenuta delle imprese: nel comparto dell'Industria, ad esempio, i tassi di natalità e di mortalità sono inversamente correlati al livello di intensità tecnologica dei settori. Nel 2015 i settori a bassa tecnologia (LOT), rileva sempre l'Istat, hanno presentato tassi di natalità e mortalità al di sopra della media del comparto (rispettivamente 5,5 e 6,9%). Viceversa con il 3,3% di natalità e il 4,5% di mortalità quelli ad alta tecnologia si attestano al di sotto della media.
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