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Covid, indagine sulle mascherine: caccia a quelle mal funzionanti in uso nelle Asl | I lotti "ricercati"

Secondo la procura di Gorizia, i dispositivi di protezione sotto accusa filtrerebbero fino a dieci volte meno di quanto dovuto

Sono circa 250 milioni le mascherine (ffp2 ed ffp3), acquistate dalla Cina nei primi sette mesi dell'emergenza Covid dall'allora commissario Domenico Arcuri e distribuite nelle Asl di tutta Italia, che risulterebbero non filtrare a sufficienza. E ora per i lotti messi sotto accusa e ancora non utilizzati, dopo l'inchiesta aperta dalla Procura di Gorizia, è partita la "caccia" per individuarle e ritirarle.

Mascherine filtravano fino a 10 volte meno A fine marzo la guardia di finanza di Gorizia aveva già sequestrato circa 60 milioni di mascherine che giacevano da mesi nei magazzini delle Aziende sanitarie di tutta Italia, a disposizione del personale. Il provvedimento era scattato dopo che i dispositivi di protezione erano stati analizzati in due distinti laboratori (uno di Milano e l'altro di Torino) che erano giunti alle medesime conclusioni: le mascherine filtravano fino a 10 volte meno di quanto avrebbero dovuto dare.

Per rintracciare quelle ancora presenti nelle strutture sanitarie di mezza Italia le direzioni generali regionali stanno ora inviando circolari urgenti a enti pubblici e privati del Sistema sanitario, ai governatori, agli assessori.

I lotti sotto accusaNel decreto di sequestro dei pm di Gorizia appaiono indicati i seguenti lotti di mascherine: facciale Scyfkz N95, facciale Unech KN95, facciale Anhui Zhongnan, facciale Jy-Junyue, facciale Wenzhou Xilian, facciale Zhongkang, facciale Wenzhou Husai, mascherine filtranti Wenzin della Tongcheng Wenzin, mascherine Bi Wei Kang della Yiwu Biweikang, facciale Simfo KN95-Zhyi-Surgika, facciale Wenzhou Leikang, facciale Xinnouzi della Haining Nuozi Medical Equipement.

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