"Prendo le distanze da giudizi affrettati e strumentali che contribuiscono a presentare Ischia come un'isola che avrebbe fatto dell'abusivismo edilizio e dell'illegalità un sistema di vita". Lo ha detto il vescovo Pietro Lagnese nel corso dell'omelia ai funerali delle due vittime del terremoto. Secondo il vescovo, l'abusivismo "non può essere ritenuto la vera causa dei crolli" che hanno interessato "per la maggior parte edifici di non recente costruzione".
Secondo il vescovo comunque "l'abusivismo edilizio, ne siamo consapevoli, è presente sulla nostra isola e va combattuto con determinazione soprattutto quando mina l'incolumità dei cittadini, ma che va anche affrontato da parte di tutti con senso di concretezza e di piena responsabilità e senza lasciarsi ingabbiare dai lacci della burocrazia. In questi giorni ho incontrato tanti uomini e donne che abitavano nelle zone interessate dal terremoto e ho letto nei loro sguardi, ma anche nelle loro parole, tanta amarezza non soltanto per aver perso la casa ma per essere stati additati come persone sconsiderate ed incoscienti. No, non è così il popolo ischitano".
Ingv: "Terremoto poco profondo, ecco perché tanti crolli" - Nella relazione stilata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e presentata alla Commissione Grandi Rischi sul terremoto di Ischia gli esperti hanno affinato ulteriormente la localizzazione del sisma: l'ipocentro è avvenuto a un chilometro da Casamicciola e a soli due chilometri di profondità. Quindi "il forte danneggiamento rilevato nella zona alta di Casamicciola è dunque imputabile sia alla superficialità dell'evento, che all'amplificazione locale dei terreni".