"La gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità". A dirlo è il capo della polizia, Franco Gabrielli, che parlando degli scontri durante lo sgombero dei migranti a Roma spiega che quelle responsabilità, "altrettanto gravi", non sono della polizia ma "di chi ha consentito a un'umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale".
Il giorno dopo gli scontri e le conseguenti polemiche, il capo della polizia commenta quanto accaduto, senza sottrarsi agli aspetti più spinosi, come quella frase ("Se lanciano spaccategli un braccio") pronunciata da un funzionario nel corso dei tafferugli. "La frase pronunciata in piazza è grave, quindi avrà delle conseguenze - dice Gabrielli a "La Repubblica" -. Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si faranno sconti. Questo deve essere chiaro. Ma ritengo altrettanto grave che l'idrante e le frasi improvvide pronunciate durate la carica diventino una foglia di fico".
Il capo della polizia infatti punta il dito su chi sarebbe responsabile di una situazione che era arrivata a un punto di non gestione. "Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all'allora commissario straordinario Tronca avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative", racconta Gabrielli. "Non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca. Era previsto da una delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?".