La storia

Pescara del Tronto città fantasma, è rimasto solo il macellaio Antonio

Sono ancora in piedi soltanto 2 tetti e la popolazione che non è morta si è trasferita a valle, mentre l'allevatore è rimasto nel centro insieme agli animali sopravvissuti

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A Pescara del Tronto è rimasto solo lui. Antonio Filotei è l'ultimo abitante del paese piegato dalla scossa del 24 agosto 2016 e definitivamente distrutto da quelle del 26 e 30 ottobre. Gli altri sopravvissuti hanno abbandonato il centro che ormai è solo un cumulo di macerie per trasferirsi a valle, sulla Salaria, nel villaggio dove sono state allestite le casette provvisorie e la chiesa da campo, con tanto di campana recuperata dalla parrocchia. Il macellaio di Pescara invece non si è mosso, ha preferito continuare a vivere con i suoi animali.

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La casa di Antonio ha ceduto, si è salvato solo il piano terra e lì continua a vivere. "L'ho fatta con le mie mani. Sto tranquillo" commenta riferendosi alla solidità dell'abitazione, per poi raccontare il vero volto del paese: "Se la Regione Marche non prende coscienza di quello che è davvero è accaduto qua, non si va da nessuna parte. Qui in inverno eravamo 80, sono morte quasi 50 persone. Fai tu la proporzione".

Di tutte le case sono rimasti in piedi solamente due tetti, tutto il resto si divide in briciole e detriti più grossi. Nell'azzeramento del centro non sono state risparmiate le attività produttive: "E dove devo andare? Devo stare con gli animali che mi sono rimasti. Ci hanno dato la tensostruttura che sostituisce le stalle ad aprile. Ma qui a gennaio c'erano tre metri di neve, non c'era alcuna possibilità di arrivare. Mi sono morti 40 tra capretti e pecore".

Non manca la polemica non solo contro la mancata ricostruzione, ma anche contro la mancata rimozione delle macerie: "La Regione voleva spendere milioni di euro per una ciclabile che dal mare arrivava fin qui. Sono pazzi. Qui bisogna portare via le macerie, immediatamente. E bisogna liberare le strade, ricostruire le scuole, altro che pista ciclabile. Ma lo vedi cosa è questo posto? Lo vedi che non c'è altro che morte? Cosa aspettano a muoversi?". 

La conclusione della sua testimonianza è all'insegna dell'amarezza: "Non ci ha distrutto il terremoto del 24 agosto, nonostante i morti. Piano piano ci sta distruggendo la burocrazia e la difficoltà ad andare avanti. Questa è la realtà".