"NO ALL'APOLIDIA"

Migranti, Papa: "Il diritto alla nazionalità va concesso alla nascita"

Il Pontefice invoca "una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale" e auspica che "i Paesi aprano corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili"

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"Nel rispetto del diritto umano universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini al momento della nascita". Lo afferma il Papa nel suo messaggio per la Giornata del migrante, precisando che "l'apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale".

Nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018, il Pontefice ha lanciato un appello: "Occorre rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità".

"Più corridoi umanitari" - Accogliere i migranti significa offrire loro "più ampie vie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione", per esempio attraverso "corridoi umanitari", e "una prima sistemazione adeguata e decorosa". Per il Papa occorre anche "un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare".

"Prevedere visti temporanei - "Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei Paesi confinanti - ha proseguito il Santo Padre -. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali".

"Competenze dei migranti sono risorse" - Il Papa ha inoltre sottolineato che "le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, se opportunamente riconosciute e valorizzate, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono. Per questo auspico che, nel rispetto della loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d'accoglienza, la possibilità di lavorare e l'accesso ai mezzi di telecomunicazione".

"Prima sicurezza personale, poi nazionale" - "Il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale" e inoltre "in nome della dignità fondamentale di ogni persona, occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati", ha concluso il Pontefice.