Quarant'anni fa, il 16 agosto 1977, moriva nella sua casa di Memphis (la Graceland Mansion) Elvis Presley. "Elvis left the building" è la frase con cui venne annunciata al mondo intero la scomparsa del "Re del rock'n'roll", uno dei più importanti artisti pop del ventesimo secolo. In occasione di questo anniversario i suoi fan si sono raccolti davanti alla sua casa per una veglia nella tenuta di Graceland, a cui ha partecipato anche la figlia, Lisa Marie.
Nato a Tupelo, in Mississippi, l'8 gennaio 1935, Elvis Presley è la prima vera icona pop del novecento, capace di diventare leggenda e simbolo non solo per la sua musica, ma anche per il suo stile. Una carriera esplosa negli anni Cinquanta, contaminando ritmi pop e country con sonorità gospel, che lo porterà a un successo planetario, passando per le 14 candidature ai Grammy Award (vincendone tre) e per i 33 film girati in 16 anni. Il lascito di Elvis è soprattutto quel rock'n'roll che ha avuto un impatto epocale sulla società americana prima e nel mondo intero poi. Per questo a 40 anni dalla morte il mito resiste.
In occasione del quarantennale della morte di Elvis fiumi di fan si sono messi in coda all'ingresso del cancello di Graceland, con fiori e candele, per rendergli omaggio davanti alla tomba. Qui transitano circa 500mila visitatori l'anno, e in questa occasione, fra il 15 e il 16 agosto, è previsto l'arrivo di 50mila fan. Ma nel giorno della celebrazione non sono mancate le polemiche, dato che quest'anno, per la prima volta, per poter accedere alla magione è necessario acquistare un braccialetto che costa 28,75 dollari (poco meno di 25 euro).
La Elvis Presley Enterprises, che gestisce Graceland, ha spiegato: "Per la sicurezza di ciascuno e per garantire che l'evento sia piacevole e significativo per tutti, abbiamo lavorato a stretto contatto con le autorità locali, statali e federali per stabilire nuove procedure analoghe a quelle ampiamente applicate in tutti gli Stati Uniti". I fan, scandalizzati, hanno reagito con rabbia sui social a questa novità, accusando i gestori di essere degli affaristi senza scrupoli.