Basta con "le minacce e le sanzioni" di Washington contro l'Iran o riavvieremo il programma nucleare "in un'ora e in un giorno". Queste le parole del presidente iraniano Hassan Rohani, assicurando che se venisse riattivato, il programma potrebbe essere rapidamente portato ad un livello molto più avanzato rispetto a quello del 2015, quando l'Iran firmò l'accordo sul nucleare.
Sul fronte estero, Donald Trump è però alle prese anche con altre questioni spinose. In particolare con Venezuela e Afghanistan. Non solo la Corea del Nord quindi tra i pensieri del presidente americano.
Capitolo Iran - Teheran potrebbe abbandonare l'accordo sul nucleare "nel giro di alcune ore" se gli Stati Uniti continueranno a imporre nuove sanzioni. Queste le affermazioni di Rohani in una sessione parlamentare trasmessa in diretta dalla tv di Stato. Il riferimento è al testo, firmato di recente da Washington, che comprende nuove sanzioni per Russia, Iran e Corea del Nord. I provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica sono stati motivati principalmente come risposta ai test missilistici effettuati dalle forze armate iraniane.
La questione venezuelana - Novità anche da Caracas. Dopo la richiesta di un incontro con Trump a margine della prossima Assemblea Generale dell'Onu a New York, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha invocato il sostegno internazionale per un vertice presidenziale. L'obiettivo sarebbe quello di affrontare la questione della "minaccia" rappresentata dal presidente Usa per la nazione sudamericana. La richiesta è stata avanzata agli ambasciatori di Spagna, Francia, Giappone, Siria, Vietnam e Guatemala.
Lettera dei talebani - Infine, dall'Afghanistan i talebani hanno indirizzato una lettera aperta a Trump per sollecitare il tycoon a ritirare le sue truppe americane dal Paese dopo 16 anni. Il messaggio, firmato dal portavoce Zabihullah Mujahid, contiene la richiesta di un cambio di strategia da parte della Casa Bianca, assicurando che il ritiro dall'Afghanistan porterebbe alla "fine di una guerra ereditata".