Msf sospende i salvataggi davanti alle coste libiche: troppo pericoloso
"Limitazioni di accesso e minacce dalla guardia costiera libica" rendono rischioso qualsiasi intervento
Medici senza frontiere ha annunciato di aver sospeso "temporaneamente" l'attività di soccorso ai migranti davanti alla Libia. La Ong sottolinea che la sospensione segue la decisione della Libia di istituire una zona Sar, "limitando l'accesso delle Ong in acque internazionali" e a un "rischio sicurezza dovuto a minacce della guardia costiera libica". La nave Vos Prudence, ancorata a Catania, resterà quindi in porto.
"A seguito di queste
ulteriori restrizioni all'assistenza umanitaria indipendente e dell'aumento dei
blocchi che costringono i migranti in Libia - conclude la Ong - Msf ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della propria nave, la
Prudence". L'équipe medica di Msf continuerà a invece "a
supportare le attività di soccorso a bordo della nave Aquarius, di Sos Mediterranée, che al momento sta pattugliando le acque internazionali".
La decisoine di Msf arriva dopo settimane di polemiche sulla mancata firma del codice di condotta per le Ong stilato dal Viminale, un documento che per l'organizzazione non governativa "è parte di un disegno più ampio che intende sigillare la costa libica e intrappolare migranti e rifugiati, gettando via la chiave". La situazione si è aggravata venerdì, quando che le autorità libiche hanno dichiarato di aver istituito una zona di ricerca e soccorso, e limitato l'accesso delle navi umanitarie nelle acque internazionali al largo delle coste nordafricane. Subito dopo, il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma ha allertato Medici Senza Frontiere di un rischio sicurezza legato alle minacce libiche contro le navi di ricerca e soccorso. "L'anno scorso la guardia costiera libica ha sparato 13 colpi contro di noi in una situazione molto più tranquilla di quella attuale", ha spiegato il presidente di Medici senza Frontiere, Loris De Filippi. La Ong ha avvertito che "se queste dichiarazioni verranno confermate e gli ordini attuati, vediamo due gravi conseguenze: ci saranno più morti in mare e più persone intrappolate in Libia".
Per Msf il codice di condotta del governo italiano e il sostegno di Roma alla guardia costiera libica dimostrano che si sta mescolando l'obiettivo umanitario di salvare vite con l'intenzione politica e militare di ridurre gli arrivi. "I recenti sviluppi rappresentano un altro preoccupante tassello di un ambiente sempre più ostile per le operazioni salvavita di soccorso", ha spiegato De Filippi. "Msf rifiuta di essere cooptata in un sistema che mira, a qualunque costo, a impedire alle persone di cercare sicurezza", gli fa eco Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Medici senza Frontiere. Nei giorni scorsi Medici senza Frontiere aveva manifestato una linea tanto dura quanto chiara: "La vera ambizione delle autorita' italiane ed europee è limitare l'attività degli attori di ricerca e soccorso indipendenti e concentrare tutti gli sforzi nel riportare le persone in Libia". Per l'organizzazione umanitaria la svolta nella gestione della sicurezza nel Mediterraneo "non farà che aumentare le sofferenze, le morti, le torture subite da migranti e rifugiati e non interromperà il circolo vizioso dei trafficanti".
SU TGCOM24