La Protezione civile del Nepal ha messo in campo anche un gruppo di elefanti per raggiungere sui tetti di numerosi alberghi del sud del Paese oltre 600 turisti bloccati dalle inondazioni causate da tre giorni di piogge monsoniche senza sosta. I turisti stanno bene mentre è stato diffuso un bilancio provvisorio, destinato ad aggravarsi, di 49 morti, 36 dispersi e 17 feriti. Il governo nepalese si è riunito in emergenza per esaminare la situazione.
Il ministero dell'Interno ha decretato lo stato di calamità, visto il gran numero di zone (Sunsari, Rautahat, Morang, Sindhuli e Sauraha in Chitwan) in cui sono state segnalate frane e straripamenti di fiumi. I media a Kathmandu hanno sottolineato che il Nepal, impegnato ancora a rimarginare le ferite del terremoto che nell'aprile 2015 costò la vita ad almeno 8.000 persone, si trova ora a dover nuovamente fare i conti con l'inclemenza della natura proprio nel periodo in cui i turisti stavano tornando a frequentare le montagne e le valli del Paese. E nel distretto di Chitwan, una delle zone più suggestive del Nepal, si trovavano anche numerosi turisti italiani, molti dei quali però sono stati messi in salvo dai soccorritori nella giornata odierna.
Al riguardo il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha sottolineato che "la Farnesina, attraverso l'Unità di Crisi e il Consolato a Calcutta, si è subito attivata per fornire sin dall'inizio tutta l'assistenza ai nostri connazionali coinvolti. Agli italiani già portati in salvo - ha aggiunto - mando i miei auguri e un abbraccio dopo i momenti terribili attraversati". Fra i connazionali che si trovavano nella zona, con il figlio e la tata, c'era anche Francesca Immacolata Chaouqui, rimasta coinvolta tempo fa nel caso noto come Vatileaks 2. In una serie di tweet, Chaouqui ha fornito regolarmente informazioni su quanto stava accadendo, sollecitando l'intervento delle autorità italiane, e alla fine ha annunciato, pubblicando la foto del figlio, che "stiamo raggiungendo un posto sicuro". Lungi dall'essere sotto controllo, la situazione resta ancora allarmante perché il monsone continuerà a flagellare la zona.
Il portavoce della polizia nepalese, Pushkar Karki, ha reso noto che almeno 31.000 famiglie sono state evacuate nel sud del Nepal per le frane e gli straripamenti di numerosi fiumi, fra cui Rapti, Bhudi Rapti, Kayarkhola, Ladari e Pamphakhola. I soccorsi sono stati particolarmente difficili anche perché le inondazioni hanno causato in molte zone l'interruzione dell'erogazione dell'elettricità e delle comunicazioni telefoniche. Fra queste c'è il Parco nazionale di Chitwan, dove si concentrava il maggior numero di turisti locali e stranieri, e dove sono stati 110 gli alberghi invasi dalle acque. E' qui che per l'impossibilità di far atterrare gli elicotteri e per la scarsa disponibilità di mezzi fluviali, è stato "arruolato" un gruppo di elefanti, che hanno permesso a molti turisti di venire trasferiti in altri hotel della zona, al sicuro.