Fino a 180 migranti sono stati costretti dagli scafisti a gettarsi in mare dal barcone su cui viaggiavano davanti alle coste dello Yemen: finora 5 corpi sono stati recuperati e circa 50 persone sono ritenute disperse. Lo rende noto in un comunicato l'Oim, l'agenzia dell'Onu per le migrazioni. L'episodio segue quello di mercoledì, sempre nella stessa zona, in cui almeno 50 migranti sono morti affogati per lo stesso terribile motivo.
L'agenzia Onu ha prestato soccorso a 27 sopravvissuti, donne e uomini, mentre altri 42 avevano già lasciato la spiaggia. "Ci hanno detto che il trafficante è già tornato in Somalia - ha commentato il capo missione Oim Laurent de Boeck - per proseguire nel suo business e radunare altri migranti da portare in Yemen lungo la stessa rotta. E' scioccante e disumano, le sofferenze dei migranti su questa rotta migratoria è enorme. Troppi giovani pagano i trafficanti con la falsa speranza di un futuro migliore" ha concluso.
Si tratta dunque del secondo incidente avvenuto in appena 24 ore. Mercoledì sera infatti 120 migranti adolescenti etiopi e somali sono stati lasciati deliberatamente annegare da uno scafista nella stessa zona, davanti alle coste dello Yemen. Almeno 50 di questi sono morti.
Nel frattempo un nuovo assalto al muro di Ceuta in Marocco - Nel frattempo 700 migranti subsahariani hanno tentato senza successo un assalto in massa al "muro" che separa l'enclave spagnola di Ceuta dal territorio marocchino. I profughi sono stati bloccati dalla polizia prima di raggiungere la doppia alta recinzione metallica che separa la località iberica dal Paese africano. Circa mille persone avevano fatto lo stesso martedì, ma erano state respinte dagli agenti.