Scontri e proteste in Kenya dopo il voto presidenziale che, con i primi dati ancora parziali, vede il presidente uscente Uhuru Kenyatta in testa alle elezioni, con il 54,89% delle preferenze, sullo sfidante Raila Odinga, leader dell’opposizione, fermo al 44,28%i, con uno stacco di circa 1,3 milioni di voti in meno rispetto allo sfidante. La protesta è esplosa dopo che Odinga ha denunciato presunti brogli nei risultati, definendo l'elezione come una "farsa di enorme gravità".
Quartieri poveri in subbuglio - Nello slum di Mathare, a Nairobi, i sostenitori del leader d’opposizione Odinga hanno protestato costruendo della barricate con pneumatici infiammati, mentre nella baraccoli di Kisumu la polizia in tenuta antisommossa è intervenuta con i gas lacrimogeni per cercare di sedare le proteste scoppiate. I poliziotti hanno aperto il fuoco contro i manifestanti che lanciavano pietre, ferendone alcuni e uccidendone due. Nel quartiere di Kondele sono stati dispiegati dei camion-idranti per spegnere i roghi di pneumatici appiccati dai manifestanti. La preoccupazione è alta nel Paese, dopo che nel 2007 le violenze post-elettorali, che durarono due mesi, provocarono 1.100 morti e 600mila sfollati. La polizia sta pattugliando l’intera zona in elicottero.
La denuncia di brogli - La protesta si è infiammata dopo che il 72enne Odinga, che corre per la quarta volta, ha denunciato brogli nelle elezioni presidenziali, dicendo che il sistema informatico della commissione elettorale è stato hackerato, e che per questo la vittoria è stata attribuita al presidente uscente Uhruru Kenyatta, come già accadde nelle elezioni truccate del 2007 e del 2013 che gli negarono anche allora la vittoria . “È solo una grande farsa, tutto un grande bluff”, ha denunciato il leader Odinga: “non c’è stata una vera elezione, così come nelle due precedenti elezioni in Kenya. La gente ha faticato, ha sfidato le piogge e il caldo in lunghe file in attesa pur di esprimere la propria preferenza. È comprensibile la loro rabbia. Soprattutto dopo che Kenyatta ha dichiarato, prima a Turkana poi a Makuweni, di non aver bisogno del loro voto. Certo, conosceva già l’esito delle elezioni e da dove sarebbero arrivati i voti.”
Odinga ha accusato la Iebc, la Commissione elettorale, di complicità per non aver comunicato il tasso di afflunenza alle urne e per essersi rifiutata di comunicare i processi verbali che conterrebbero la prova dei risultati compromessi, trasmessi elettronicamente e diffusi sul sito web della stessa Commissione. Secondo i dati, circa 13 milioni di voti sono stati contabilizzati sui 19,6 milioni di elettori iscritti.