Leggi popolari, la firma digitale non c'è: procedura d'infrazione contro l'Italia
Secondo Bruxelles il nostro Paese ha "violato le regole della democrazia diretta"
Ancora una volta il nostro Paese si trova a dover fare i conti con una nuova procedura d'infrazione inflitta dall'Unione Europea: la Commissione ha infatti accusato l'italia di aver violato il Regolamento europeo relativo al Diritto di iniziativa dei cittadini europei, ossia il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo raccogliendo firme anche online nei vari Paesi. Secondo l'Ue, il nostro Paese non agevola i meccanismi di democrazia diretta e, per questo, rischia ora una multa milionaria.
Per colmare lo scarto causato dalla rappresentanza di un governo non è eletto direttamente dai cittadini europei, il Regolamento prevede che chiunque abiti nel territorio dell'Unione possa avviare la raccolta firme per presentare una legge. In Italia però la firma online appare ancora come un miraggio. Secondo la Commissione Europea inoltre, a causare la violazione sarebbero anche i plurimi ostacoli che la nostra burocrazia pone: questa "prolunga artificialmente la procedura, andando contro le regole europee", si legge nel Comunicato.
A presentare il ricorso, l'ex segretario dei radicali italiani Mario Staderini che, sul suo profilo Facebook, tuona così: "Mattarella, Gentiloni, rivogliamo i nostri diritti referendari, oramai sequestrati da partiti e sindacati. E non arretreremo di un millimetro, anzi".
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