DIVENNE UNA STAR CON "IL LAUREATO"

Dustin Hoffman, 80 anni da genio del cinema

Diventato una stella con il film "Il laureato", ha interpretato una grande varietà di ruoli con la stessa perfezione che lo contraddistingue

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Dustin Hoffman compie 80 anni. L'attore e regista americano festeggia una carriera da divo del cinema che gli è valsa due Oscar e l'ammirazione della critica per la straordinaria capacità di interpretare ruoli assai diversi con la stessa passione e con il suo caratteristico perfezionismo. Nato a Los Angeles l'8 agosto 1937, Hoffman ha raggiunto il successo ormai trentenne con il celebre film "Il laureato" (1967).

Di origine ebraico-rumena, la famiglia di Hoffman è dovuta fuggire dai territori ucraini in seguito ai pogrom antisemiti del bolscevismo, fino a raggiungere l'America. Il padre Harry - un venditore di mobili, che in precedenza si occupava di allestire scenografie per la Columbia Pictures - e la madre Lillian Gold, pianista jazz, hanno deciso di chiamare il figlio con lo stesso nome di Dustin Farnum, divo del cinema muto: una sorta di segno premonitore, dunque, che ha di certo portato fortuna a Hoffman, che solo all'età di 78 anni saprà delle sue origini est europee.

Dopo aver iniziato gli studi di medicina, Hoffman decide di abbandonare i corsi universitari per tentare fortuna a New York, con l'obiettivo di sfondare come attore: dopo due rifiuti consecutivi, riesce a entrare nel prestigioso Actors Studio che, tra gli allievi, ha avuto talenti come Robert De Niro, Al Pacino, Marilyn Monroe e Jane Fonda. Negli anni Sessanta si esibisce al teatro "Off Broadway" e riesce a ottenere piccole parti in film per la televisione. Per lui sono anni tutt'altro che facili: dorme sul pavimento della cucina del collega Gene Hackman, e divide l'affitto con ques'ultimo e con Robert Duvall, anch'egli fortemente deciso a diventare attore.

Nel 1967 arriva la grande svolta: il regista Mike Nichols - che aveva già notato l'ottima recitazione di Hoffman nell'acclamata commedia Eh? - sta cercando il protagonista per "Il laureato". Dustin lo viene a sapere da Mel Brooks, vicino di casa e marito di Anne Bancroft, colei che diventerà l'icona di quel film. La pellicola ottiene il plauso di tutta la critica, anche grazie alla splendida colonna sonora di Simon & Garfunkel, e conseguentemente porta alla candidatura del protagonista all'Oscar e al Golden Globe: è nata una stella.

E pensare che Hoffman superò il provino a spese di nomi come Harrison Ford, Warren Beatty, Steve McQueen. Anche Robert Redford fu scartato perché considerato troppo sexy per il ruolo di Benjamin, il neolaureato ventenne (Hoffman a quell'epoca ne aveva trenta) che si sentiva impacciato di fronte alla bellissima Mrs. Robinson, ossia Anne Bancroft che di anni ne aveva 36 e doveva interpretare una donna di 45.

Da allora sono cinquant'anni di sfavillante carriera, all'insegna di magistrali interpretazioni che rimangono nella storia del cinema: è Ratso Rizzo, lo zoppo malato di tubercolosi, in "Un uomo da marciapiede" (1969); interpreta l'ultracentenario Jack Crabb in "Il piccolo grande uomo" (1970); diventa il comico Lenny Bruce in "Lenny" (1974); in "Tutti gli uomini del presidente" (1976), thriller politico che narra lo scandalo Watergate ai tempi di Nixon, è il giornalista Carl Bernstein, mentre Bob Woodward è Robert Redford; ottiene l'Oscar al migliore attore per il suo lavoro in "Kramer contro Kramer" (1979), dove recita nel ruolo di Ted, un padre disoccupato ex-dirigente pubblicitario che si ritrova solo con il figlio dopo che la moglie ha abbandonato il tetto coniugale.

Anche negli anni Ottanta Hoffman conferma la sua naturale dote per la recitazione: nell'eccezionale commedia "Tootsie" (1982) è l'attore di teatro Michael Dorsey, che diventa Dorothy Michaels quando si traveste da donna per ottenere la parte di direttrice di ospedale nella soap opera "Southwest General"; in "Rain Man" (1988), trionfatore al botteghino, interpreta invece Raymond Babbitt, un uomo affetto da sindrome del savant, fratello maggiore di Charlie (Tom Cruise). Per quest'ultima pellicola ottiene il secondo Oscar come migliore attore.

Nel 1996 riceve il Leone d'oro alla carriera insieme a Robert Altman, Vittorio Gassman e Michèle Morgan, mentre qualche anno prima, nel 1991, ha vestito i panni di Capitan Uncino in "Hook", fiaba rivisitata da Steven Spielberg. Nel 1995, con Rene Russo e Morgan Freeman, partecipa al film "Virus letale", nei panni del colonnello e ricercatore dell'esercito Sam Daniels, e due anni più tardi è protagonista in "Sesso & potere", dove in qualità del produttore di Hollywood Stanley Motss è chiamato a realizzare una messa in scena di una finta guerra in Albania per conto del presidente degli Stati Uniti, in crisi di consensi per uno scandalo a carattere sessuale.

Hoffman non ha disdegnato il cinema europeo: nel 1972, su invito del regista Pietro Germi, arriva in Italia per recitare in "Alfredo Alfredo" con Stefania Sandrelli. La pellicola vincerà il David di Donatello per il miglior film italiano dell'anno. Girato nelle Marche, quei territori sono sempre rimasti nel cuore dell'attore tanto da offrirsi per un noto spot pubblicitario dedicato alle bellezze della Regione. Dustin, peraltro, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Ascoli Piceno e ha comprato una villa a Barcaglione, tra il capoluogo Ancona e la città di Falconara. L'ultima sua fatica dal sapore italiano è il ruolo di Giovanni de' Medici durante la prima stagione della fortunata serie "I Medici".

Tornando al suo compleanno, il divo americano - che nel 2012, a 75 anni, è passato per la prima volta dietro la macchina da presa per dirigere "Quartet" - ha deciso di festeggiare privatamente e in tranquillità con la sua famiglia, formata dalla moglie e imprenditrice Lisa Gottsegen e i quattro figli da lei avuti; la loro unione resta salda sin dagli anni Ottanta. Precedentemente, l'attore è stato sposato dal 1969 al 1980 con l'attrice Anne Byrne, che gli ha regalato due figli, più uno adottivo.