Siracusa e Ragusa, dal grandioso passato alla bellezza del presente
Un itinerario alla scoperta della Sicilia come in un’altra epoca
Ragusa e Siracusa: meraviglie di Sicilia
All’estremo sud la stagione si appresta a sbocciare, e in particolare la Sicilia si fa bella. Nell’angolo meridionale fra le province di Ragusa e Siracusa, coi profumi di gemme e fioriture, l’odore fresco che arriva dal mare, la trasformazione dei colori, l’architettura opulenta che custodisce il temperamento di questa terra, il viaggiatore trova rifugio per distrarsi e stimoli ad esplorare senza fermarsi.
Basti addentrarsi nel dedalo di viuzze del centro storico di Siracusa, quell’isola collegata alla terra ferma da due ponti, Ortigia, per apprezzare la grandezza della storia che sta alle nostre spalle. Innanzitutto il nostro viaggiatore sarà rapito dalla Fonte Aretusa, uno specchio d'acqua dolce sulla riva del mare di forma circolare che ne contiene un più piccolo, con effetto di cerchi concentrici, al cui interno cresce il raro papiro. Si narra che Aretusa, bellissima ninfa, in fuga dalle avances del dio Alfeo, figlio di Oceano, si fosse rifugiata sull’isola di Ortigia e lì messa in salvo da Artemide, che la trasformò in una fonte.
Diretti verso il Duomo ci si imbatte nel Teatro dei Pupi e della bottega del puparo, dove prendono vita i personaggi di cartapesta, riccamente cesellati e decorati, che ripercorrono le epiche vicende di Carlo Magno, Orlando e il ciclo dei paladini, in una messa in scena densa di pathos tipicamente e notoriamente siciliana. Poi di fronte alla Cattedrale il viaggiatore imparerà che anche il più importante monumento cristiano sta sulle fondamenta di un tempio greco dedicato alla dea Minerva; come del resto le tracce dell’origine greca di Siracusa si incontrano nel maestoso teatro greco risalente al V secolo a.C. e nei resti del tempio di Apollo, rimaneggiato però più volte nei secoli; proprio sotto al teatro va provata l’acustica dell’Orecchio di Dionisio, una latomia (cava di pietra utilizzata come prigione) dalla forma a chiocciola che amplifica i suoni fino a 16 volte: così il tiranno di Siracusa ascoltava discorsi e segreti dei nemici catturati. Passeggiando sull’isola ci si imbatte nell’anfiteatro romano, fra i più grandi in Italia, per poi raggiungere il Castello Maniace, voluto da Federico II di Svevia proprio sulla punta estrema dall’isola di Ortigia: questo maniero del 1200 risultava imprendibile e minaccioso, baluardo di sicurezza per i Siracusani, oggi luogo panoramico per l’affaccio sul mare e sulla città di grande suggestione. Ma al tramonto il nostro viaggiatore dovrà trovarsi alla Chiesa di San Giovanni alle Catacombe, perché dalle navate senza tetto di questo antico monumento in stile gotico normanno si gode uno spettacolo inusuale, fatto di sfumature di colori caldi e soffusi riflessi nella pietra e filtrati dai rami delle palme che crescono all’interno della chiesa.
Scendendo verso sud in auto il nostro viaggiatore raggiunge la Riserva naturale Cavagrande del Cassibile, un vero e proprio canyon con pareti irregolari scavato dal fiume Cassibile, circondato da natura selvaggia e laghetti naturali che lo rendono un paradiso, soprattutto nelle belle giornate calde. Se poi si vuol tentare un tuffo frizzante in totale relax c’è la spiaggia di Arenella, sabbia color dell’oro, morbida e protetta da una piccola baia, oppure quella di Granelli, con dune e laghetti sparsi.
Rotta verso Ragusa Ibla, una città esuberante, una porta aperta sul Mediterraneo che ha raccolto eredità fastose e le ha trasmesse alla contemporaneità mantenendone il mistero e testimoniando lo stile per il quale spicca, il barocco. La scalinata del Duomo di San Giorgio domina Ibla e risalta fra i bei palazzi patrizi della piazza, fra cui l’elegante Palazzo Arezzi; già questo scorcio scenografico trasporta il viaggiatore in un’altra epoca, opulenta e nobiliare. Camminando si apprezzano dettagli unici come i portoni decorati dei palazzi, i balconi eccentrici, gli affacci adornati che, norme anticovid permettendo, i turisti fanno a gara a fotografare. Dormire in uno di questi palazzi è infatti una dei desideri più ambiti da chi approda a Ibla: affacciato proprio sulla piazza del Duomo si trova un raffinato palazzo settecentesco, chiamato A.D. 1768 ed affiliato al gruppo Les Collectionneurs, nel quale è possibile calarsi completamente in quelle epoche appassionate, dormendo in suite affrescate ma con arredi di design, oppure conversando nella carretteria, fra le antiche ed imponenti volte delle scuderie e della rimessa delle carrozze davanti ad una granita al caffè e alla raffinata e deliziosa pasticceria Siciliana, passito e cioccolato modicano compresi (www.1768iblahotel.it)
Da vedere la Chiesa di Santa Maria del Gesù, costruita nella prima metà del 1600 come parte di un convento su quattro livelli, apparentemente semplice, per la facciata a capanna che nasconde un interno a navata unica ricco di stucchi e decorazioni e sette altari. E che dire dell’esempio di tardo barocco del Palazzo della Cancelleria, la cui splendida facciata con il piccolo balcone con ringhiera panciuta in ferro, un vero gioiello, e l’attigua scalinata lo hanno reso un monumento patrimonio dell’Umanità Unesco. Cammina cammina si arriva al pittoresco quartiere San Paolo, in cui si trovano la chiesa del santo e le tombe sicule; qui bisogna lasciarsi guidare dall’istinto; la meraviglia di perdersi nel labirinto di scale, vicoli e piccole case aggrappate alla roccia imponente, si rivelerà un inatteso ma avvincente contrasto con la copiosità dell’altra realtà iblea.
Il mare e la caccia alle conchiglie più belle per concludere: Marina di Ragusa è comoda e attrezzata, non ha però il fascino delle piccole calette poco distanti, come quella di Kamarina, sabbia dorata e finissima, con fondali bassi che digradano dolcemente verso il largo, a pochi passi dall’importante sito archeologico omonimo, o come quella di Randello, spiaggia incontaminata all’interno di un'area protetta costituita da una pineta affacciata sul mare, annoverata tra le spiagge più belle d’Italia.
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