Ricordare l'omicidio del giovane tedesco Dirk Hamer ad opera di Vittorio Emanuele di Savoia non è diffamatorio. Lo scrivono di giudici della Cassazione che hanno ritenuto corretta l'assoluzione dell'ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro, per un articolo in cui si esprimeva una "opinione critica legittima". La Cassazione cita l'assoluzione di Savoia ad opera del tribunale francese ma anche la sua confessione all'epoca dei fatti.
La frase incriminata - I giudici supremi quindi confermano l'assoluzione dell'ex direttore di Repubblica Ezio Mauro e di un giornalista dall'accusa di aver diffamato il Savoia definendolo "quello che usò con disinvoltura il fucile all'isola di Cavallo, uccidendo un uomo".
"Se la conclusione, nel 1991, della vicenda giudiziaria, iniziata con l'accusa di omicidio volontario, non consentì alle autorità francesi di muovere contestazioni ad altro titolo (non è dato sapere se per il principio del 'ne bis in idem', o per lo spirare dei termini prescrizionali, oppure per l'irrilevanza penale della condotta), non per questo risulta illegittimo, e quindi diffamatorio, ogni collegamento" del Savoia con 'l'incidente' dell'isola Cavallo (18 agosto 1978) dato che "questo collegamento è pacifico nella sua materialità".
Legittima espressione di critica - Dunque, e' espressione di opinione critica "certamente legittima" l'articolo del 13 ottobre 2007 "ove si era voluto rimarcare che la partecipazione di Savoia alle celebrazioni per la riapertura della reggia di Venaria era, stanti i trascorsi del personaggio, quantomeno inopportuna".
Vittorio Emanuele non ha diritto a oblio - Il diritto all'oblio "si deve confrontare col diritto della collettività ad essere informata ed aggiornata sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto, sicché non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione", come la morte di Dirk Hamer nel 1978, tanto più che Vittorio Emanuele "è figlio dell'ultimo re d'Italia e, secondo il suo dire, erede al trono", conclude la Cassazione.