Quattro persone sono state arrestate con l'accusa di violenza sessuale su minorenni all'interno di una congregazione religiosa, che giustificava gli abusi come azioni mistiche spirituali. E' quanto emerge dall'operazione "12 apostoli" della polizia postale di Catania su una comunità di circa 5.000 adepti fondata da un sacerdote deceduto. Il gip ipotizza i reati di associazione per delinquere e violenza sessuale aggravata ai danni di minori.
Gli arrestati sono Pietro Capuana, 73 anni, considerato il "santone" della setta e tre donne sono finite ai domiciliari: Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Scarpingato di 55, 57 e 48 anni. Le donne erano le sue più strette collaboratrici di Capuana e avevano il compito di plagiare le minorenni adescate per convincerle a subire le violenze sessuali dell'uomo spacciandole come "azioni mistiche spirituali", aventi valenza religiosa.
Capuana per oltre 25 anni è stato il direttore della comunità "Cultura e Ambiente" di Aci Bonaccorsi, considerata una vera e propria setta. Le indagini sono state avviate nella primavera del 2016 in seguito alla denuncia dettagliata della madre di una ragazzina finita nel giro della setta. La donna ha consegnato agli investigatori le chat in cui i membri della setta chiedevano alle ragazzine di scrivere delle lettere d'amore indirizzate a Capuana. Da quel momento in poi sono iniziate le intercettazioni telefoniche e ambientali all'interno del cenacolo dove si riunivano gli adepti, che hanno fornito le prove per far scattare gli arresti. Dalle indagini condotte dalla procura della Repubblica è emerso che le violenze sessuali su minori all'interno della setta proseguivano da oltre venticinque anni.
Capuana si riteneva la reincarnazione di un Arcangelo: durante gli incontri settimanali della Comunità presso il "cenacolo", l'uomo teneva delle vere e proprie lezioni religiose e, al termine degli incontri, si fermava a ballare con un gruppo ristretto di adepti. Proprio durante le danze avvenivano le violenze sulle minorenni. Se queste si rifiutavano, venivano accusate di non avere fede in Dio e multate.
Durante le perquisizioni della polizia postale è stato sequestrato molto materiale cartaceo e informatico, tra cui il registro degli iscritti alla setta, in cui figuravano migliaia di nominativi. In casa di due degli indagati sono stati trovati e sequestrati complessivamente 60 mila euro in contanti.
Il questore di Catania, Giuseppe Gualtieri, in occasione della conferenza stampa sull'operazione "12 apostoli", ha invitato tutte le vittime della setta a non nascondersi: "Non abbiate paura di denunciare, se siete state vittime di manipolazioni venite a segnalarcelo, noi indagheremo", ritenendo che possono essere "numerose le donne, minori e maggiorenni, vittime in questa vicenda che perdura da oltre 25 anni". "La Procura di Catania - ha aggiunto il questore Gualtieri - ha agito con la consueta professionalità e in fretta, perché il fenomeno é molto più diffuso di quanto si possa pensare. Dal quadro che emerge dalle indagini non si può parlare che di sette che fanno un uso distorto della religione. La Chiesa è estranea alla vicenda e, essendo una congregazione laica, non avrebbe avuto comunque alcun potere di intervento".