Il 31 agosto all'Home Festival di Treviso sarà la giornata della dance, dell'elettronica e del synth pop. In un cartellone che vedrà come headliner i Duran Duran, spicca la presenza dei Demonology HiFi, progetto elettronico di Max Casacci e Ninja, già anime dei Subsonica. "L'energia che si sprigiona dal palco funziona benissimo in festival come questo - spiega Casacci a Tgcom24 -. E abbiamo fatto proseliti anche all'interno del popolo rock".
Si sono autodefiniti i "predicatori del groove", e proprio con il loro mondo fatto di pulsazioni a bassa frequenza, le stesse che hanno animato l'album "Inner Vox", Casacci e Ninja cercheranno di scuotere il pubblico dell'Home Festival, rassegna di cui Tgcom24 è partner. "Per noi sarà l'ultima data della stagione estiva - spiega Casacci -. Il tour sta andando benissimo. Le date continuano a moltiplicarsi man mano che le persone capiscono qual è l'impatto live di questo progetto".
In un Festival vi trovate per forza di cose di fronte a un pubblico molto variegato...
Sì, ma non è un problema, anzi. All'inizio avevamo avuto un'ottima risposta sia dal punto delle recensioni che da quella del pubblico diciamo alfabetizzato nell'ambito della 'bass music'. E andando avanti, presentando porta a porta la nostra proposta, come è giusto che sia, abbiamo avuto molti seguaci, è il caso di dirlo visto che siamo predicatori, all'interno dei festival rock per l’energia che si sprigiona dal palco. Piace moltissimo questa formula per la quale noi creiamo dei mesh-up in diretta, ogni tanto inserendo anche dei brani della tradizione rock. All'improvviso può partire un pezzo dei Led Zeppelin con una sub frequenza mandata dal palco. C'è molto utilizzo di tempi dispari ma in modo fluido. Ci si diverte insomma.
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A distanza di mesi dalla pubblicazione di "Inner Vox" te la senti ti tracciare un bilancio di questo progetto?
L’album ha dato una concretezza all’esperienza di dj set che avevamo fatto in precedenza. Sapevamo già da subito che questa cosa poteva essere un ottimo set di chiusura di una classica serata di un festival rock. Anche perché il fruitore di rock ha tendenzialmente una visione della musica a 360° più di quanto ricordiamo noi che abbiamo fatto gli anni 90, quando c’erano le 'religioni'. Oggi c’è un approccio più onnivoro alla musica. L’intuizione dell’accostamento tra questo tipo di progetto che nasce in un ambito di elettronica e un ambito da festival, ha avuto successo.
A tuo parere qual è la forza espressiva dell'elettronica?
L’elettronica ha la capacità di intercettare i mutamenti, anche in campo extramusicale, in tempo reale. Ha la possibilità di trasformazione diretta di tutto ciò che rappresenta la contemporaneità. E’ la forma musicale più rapida. Non è necessariamente soggetta a quel processo di sintesi a cui devono sottostare le band, che hanno dei tempi quasi obbligati. L’elettronica è una lettura in tempo reale. Quanto di più vicino possa esserci a certe forme di musica classica contemporanea. E per questo soddisfa anche il pubblico più esigente.
Di recente avete fatto un remix del brano di Bello Figo. Come è nata questa interazione?
Innanzitutto perché ci divertiva. E poi trovavo interessante un filone di musicisti che viaggia su un asse generazionale che è riuscito a fare a meno dei classici canali di riferimento: non solo la discografia, ma anche i management e le radio, creando un seguito che si calcola in milioni di contatti, tramite un canale YouTube. Poi c’è stato il fatto sgradevole di quando gli è stato negato di suonare dal vivo da certe realtà politiche e quindi la nostra è stata una risposta automatica.
I suoi testi hanno suscitato reazioni anche veementi...
Non vorrei fare la classica lettura salottiera ma credo che il suo brano abbia dato una lettura della realtà che solitamente è tipica dell’arte contemporanea. Lui ha preso il residuo di un dialogo politico culturale di livello bassissimo e lo ha cantato. E ha dato corpo a tutta una serie di luoghi comuni che quotidianamente vengono passati da certi canali informativi.