UCCISO PER GELOSIA

Napoli: fatto a pezzi e ritrovato in uno scantinato, il corpo è del gay ucciso

Vincenzo Ruggiero, 25 anni, era scomparso il 7 luglio. Sabato era stato arrestato Ciro Guarente, che aveva confessato di aver commesso l'omicidio per gelosia

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E' di Vincenzo Ruggiero il cadavere ritrovato a Napoli, in uno scantinato di via Scarpetta, nel quartiere Ponticelli. Non è ancora ufficiale l'identificazione del corpo, fatto a pezzi e gettato nel cemento per nasconderlo, ma gli inquirenti sono certi che si tratti del 25enne scomparso il 7 luglio e ucciso per un raptus di gelosia.

L'orrendo ritrovamento del cadavere, in un garage della zona orientale del capoluogo partenopeo, viene raccontato dal "Corriere della Sera" e dal "Mattino". Per l'omicidio di Ruggiero, l'attivista gay scomparso da Aversa (Caserta), è in carcere, a Santa Maria Capua Vetere, il reo confesso Ciro Guarente, accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L'uomo è stato arrestato sabato e ha raccontato di aver agito perché riteneva che il compagno trans, Heven Grimaldi, avesse iniziato una relazione con Ruggiero.

Sulla dinamica dell'incidente gli inquirenti non hanno più dubbi: oltre alla confessione di Guarente ci sono infatti le immagini riprese dalle telecamere di fronte alla casa di Ruggiero, luogo del delitto. Nei video registrati, si distingue lo stesso Guarente che entra nello stabile prima dell'arrivo di Ruggiero e ne esce qualche ora dopo con un grasso sacco, forse con il corpo dell'uomo ucciso, e lo carica in auto.

Il ritrovamento del cadavere fatto a pezzi e cosparso d'acido aggrava ulteriormente la posizione dell'assassino, che aveva detto agli inquirenti di aver gettato il corpo in mare.

L'indagato non risponde, forse ci sono complici - Interrogato dal gip, Guarente si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gli inquirenti credono sia poco verosimile che l'indagato abbia fatto tutto da solo, tenuto conto soprattutto delle modalità di occultamento del cadavere, tipicamente mafiose.

Il dolore di Grimaldi su Facebook - Nel frattempo, Grimaldi ha espresso via Facebook tutto il suo dolore. "Scrivo qui perché nonostante mi distrugga interagire con il mondo, è l'unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti. Io ero all'oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza".