Debiti, assenteismo e bus vecchi, il dg Atac di Roma: "Rischio collasso"
L'azienda di trasporto pubblico della Capitale a un passo dal crac. Il direttore generale: "Conta poco che il debito sia stato stabilizzato. Impossibile la manutenzione e niente credito dai fornitori"
Dieci anni consecutivi di perdite, e adesso il rischio collasso. E' l'allarme lanciato dal direttore generale Bruno Rota sull'Atac, l'Azienda municipalizzata di trasporto pubblico a Roma, che denuncia un debito enorme, l'impossibilità di trovare crediti, un parco mezzi vetusto e un eccessivo assenteismo.
"Debito enorme, rilancio impossibile" - "In questi mesi ho preso progressivamente atto di una situazione dell'azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi", dice Rota, intervistato dal "Corriere della Sera" e dal "Fatto quotidiano". E denuncia che "il tempo è finito, è il momento di dire la verità".
La stabilizzazione del debito negli ultimi 12 mesi, spiega al quotidiano di via Solferino, "purtroppo conta poco", "quando hai 1.350 milioni di debito sedimentato nel tempo, non hai risolto il problema se il debito non sale".
Niente manutenzione e parco mezzi troppo vecchio - Ormai, aggiunge, "l'effetto combinato dell'anzianità del parco mezzi e l'impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento".
Gli stipendi si pagano ancora, ma con fatica. "Anche questo mese ce la facciamo - dice il direttore generale - ricorrendo a misure eccezionali e chiedendo un impegno straordinario al Comune di Roma, che però non è ripetibile all'infinito. Sono misure tampone". Altro tema, sottolinea, "non è ridurre il numero dei dipendenti", anzi, "i dipendenti in un certo senso mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo", così si fa anche "fatica a coprire i turni".
"Il Comune deve intervenire" - Insomma, è "dissesto conclamato", dice Rota al "Fatto". "Oltretutto in queste condizioni ci sono anche chiari obblighi di legge: se non si riesce a far fronte ai propri impegni, noi abbiamo l'obbligo di ufficializzare questa situazione". "Bisogna ristrutturare il debito. La legge fornisce diversi strumenti. Ma le scelte devono essere fatte dall'azionista". Il Comune deve intervenire, secondo il direttore generale. E i tempi sono stretti. "Penso che per il bene dell'azienda non si possa andare oltre un paio di settimane".
"Rimpiango tantissimo Milano e Atm", conclude (Rota ha recentemente risanato l'azienda trasporti del capoluogo lombardo). "Mi manca il clima di verità in cui sono sempre avvenuti anche i confronti più aspri, per esempio con le forze sindacali. E mi manca la 'squadra' di colleghi". "Qui a Roma, vincoli legislativi e la situazione aziendale rendono quasi impossibile rafforzare la squadra".
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