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Covid, Speranza: "Lavoriamo a Green pass europeo" | "Vaccini? Paghiamo un prezzo ma impensabile un tutti contro tutti in Ue"

Sulla riapertura delle scuole il ministro della Salute ha sottolineato "difendere con forza" la scelta fatta dal governo, pur nella consapevolezza dei potenziali rischi

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"Stiamo lavorando a un Green pass, un certificato verde, per consentire una più facile mobilità nei Paesi Europei". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, sottolineando di star "lavorando anche in sede di G7 con gli altri ministri della Salute per provare ad estenderlo ad altri Paesi".

Vaccini, "impensabile un tutti contro tutti in Ue" Intervistato da Fabio Fazio, il ministro ha quindi fatto un punto sulla situazione vaccini in Italia, sottolineando come siano stati raggiunti 13 milioni di somministrazioni e difendendo la strategia europea. "Sui vaccini l'Ue paga soprattutto la mancanza di produzione propria, ma l'idea di comprare insieme i vaccini è stata giusta. La soluzione non poteva essere tutti contro tutti in Europa. Fare meglio non significa fare da soli".

"Riaperture graduali, non possiamo bruciare le tappe" Quando alle possibili riaperture, Speranza ha spiegato che "possiamo provare ora con molta accortezza e con molta cautela a capire come gestire una fase in cui le misure producono gli effetti e la vaccinazione sale. All'incrocio fra questi due elementi con grande attenzione e grande accortezza possiamo programmare settimane in cui mi auguro ci possano essere meno limitazioni ma dobbiamo farlo con grande cautela perché bruciare le tappe può produrre degli effetti. E la vicenda della Sardegna dimostra esattamente questo. La variante inglese è molto veloce".

"Difendo la decisione di riaprire le scuole" Infine il ministro ha difeso la decisione del governo di riaprire le scuole, pur consapevole come rappresenti "un elemento di rischio". "Il governo - ha spiegato Speranza - ha fatto una scelta che difendo con forza: grazie alle misure adottate abbiamo accumulato un piccolo tesoretto e abbiamo deciso, a due mesi dalla fine dell'anno scolastico, di investirlo sulla scuola come architrave della società italiana che ha pagato un prezzo altissimo".