Quasi tutta Italia in arancione, spunta l'ipotesi di un piano per riaprire dal 20/4 | In classe oltre 6,5 mln di ragazzi
In rosso solo Campania, Puglia, Valle d'Aosta e Sardegna. Ma molte le attività ancora chiuse. Si apre uno spiraglio per ripartire: decisivi i dati del monitoraggio Iss alla fine della prossima settimana
Quasi tutta l'Italia torna a colorarsi di arancione e spera in una imminente ripartenza. Restano in rosso solo Campania, Puglia, Valle d'Aosta e Sardegna. Si allentano così le restrizioni per oltre 48 milioni di persone, mentre in settimana il governo potrebbe decidere di riaprire in anticipo, quindi prima di fine mese, diverse attività, se miglioreranno i dati del contagio.
Scuola, da lunedì in classe oltre 6 milioni e mezzo di ragazzi - Con il ritorno a scuola anche in zona rossa fino alla prima media, si calcola che in classe ci saranno circa sei milioni e mezzo di studenti, cioè il 77% degli 8 milioni e mezzo tra scuole statali e paritarie. Poco meno di 5 milioni e mezzo quelli di scuola dell'infanzia, primaria e media, mentre ai nidi vanno circa 350mila bambini. In presenza torneranno quasi un milione in più di ragazzi rispetto alla settimana scorsa: tra loro, ben 400mila in Lombardia. L'unica Regione in controtendenza la Sardegna, dove 63mila alunni di seconda e terza media e delle superiori saranno in Dad. In tutta Italia saranno circa due milioni i ragazzi che studieranno da casa. Per le superiori, prevista la consueta alternanza del 50% e fino al 75% nelle Regioni in cui è consentito.
Ripartenza, il 20 aprile potrebbe essere la data chiave - Ipotesi riaperture, dal 20 aprile qualche spiraglio per ristoranti e cinema - L'obiettivo del governo è permettere a tutte le attività di riaprire con un piano preciso, per dare regole chiare alla ripartenza post pandemia. Le Regioni che vaccineranno più velocemente riapriranno prima, ha detto chiaramente il premier Mario Draghi. Il problema è da quando si riparte: il presidente del Consiglio non ha infatti parlato di dati, ma sembra che dal 20 aprile qualcosa si possa muovere. Il 16 arriverà il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e pare che quasi metà delle Regioni abbiano dati che consentirebbero la zona gialla: quei numeri potrebbero fare la differenza.
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