La Corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a 23 anni di carcere per Alexander Boettcher, il 32enne imputato per una serie di aggressioni con l'acido. I giudici hanno anche deciso la trasmissione in Procura di un verbale dell'ex amante di Martina Levato per un'eventuale nuova inchiesta a carico del giovane per concorso nel tentativo di evirazione di Antonio Margarito.
Accolte le richieste del procuratore generale - La Corte, presieduta da Grazia Orsini, ha accolto totalmente le richieste del sostituto pg Maria Grazia Omboni che, oltre alla conferma dei 23 anni per le accuse di associazione a delinquere e lesioni gravissime inflitti in primo grado, aveva anche chiesto la trasmissione in Procura del verbale con le dichiarazioni rese in aula 2 mesi fa dall'ex amante Martina Levato (già condannata a 20 anni in appello per tutti i blitz), per procedere contro il giovane anche per la tentata evirazione di Margarito "in concorso" con l'ex studentessa bocconiana.
La precedente condanna - Boettcher era già stato condannato in appello nell'aprile del 2016 a 14 anni per l'aggressione a Pietro Barbini, ex fidanzatino di Levato, del 28 dicembre 2014. L'attuale procedimento, che si è concluso in secondo grado, vedeva invece al centro l'aggressione a Stefano Savi, sfigurato il 2 novembre del 2014 per uno scambio di persona e il tentato blitz contro Giuliano Carparelli del 15 novembre, vero obiettivo e molto somigliante a Savi.
Nuova inchiesta - La tentata evirazione nei confronti di Margarito, avvenuta sempre nel 2014, era contestata all'interno dell'accusa di associazione a delinquere. La Corte, con la trasmissione del verbale di Levato, ha di fatto dato il via ad un'altra inchiesta a carico del broker per concorso nelle lesioni al giovane. Martina, infatti, aveva affermato che Boettcher era stato il "regista" anche di quella azione contro Margarito, un ragazzo con cui lei aveva avuto una fugace relazione.
Il legale di Boettcher: "Pena troppo alta" - Duro il commento del difensore di Boettcher, Corrado Limentani, dopo la lettura della sentenza: "23 anni sono una pena troppo alta" per un imputato che ha già versato "un risarcimento cospicuo" alle sue vittime. Risarcimento che, secondo il legale, "andava considerato per la riqualificazione della pena. Invece la Corte gli ha confermato il massimo delle pena, non è giusto. Sperava in una pena più bassa, ma sa bene che deve espiare una pena e ha dunque accettato la sentenza con dignità".