Quaranta eurodeputati esprimono in una lettera il loro "appoggio alla famiglia di Charlie Gard", il bimbo inglese a cui i medici vogliono staccare la spina contro la volontà dei genitori, esprimendo la loro preoccupazione al riguardo. E l'ospedale Bambino Gesù di Roma si offre di assisterlo. Ma la risposta di Londra alla richiesta dell'Italia è un fermo no. I medici del nosocomio della Capitale sono però già al lavoro per una terapia sperimentale.
Johnson ad Alfano: "No, grazie" - E' impossibile accogliere l'offerta di ricoverare il piccolo all'ospedale Bambino Gesù di Roma, ha detto il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson rispondendo al titolare della Farnesina Angelino Alfano, in un colloquio telefonico. Johnson ha espresso gratitudine e apprezzamento per l'offerta italiana ma ha spiegato che ragioni legali impediscono alla Gran Bretagna di accoglierla.
Al lavoro per un protocollo sperimentale - Nonostante il no di Londra, però, i medici dell'ospedale Bambino Gesù sono al lavoro con altri esperti internazionali per mettere a punto un protocollo di trattamento sperimentale per il piccolo.
La lettera degli eurodeputati - Intanto, in una lettera al Parlamento europeo, 40 eurodeputati hanno espresso "il nostro pieno appoggio alla famiglia di Charlie Gard" esprimendo la loro preoccupazione "per il risultato oltraggioso di un caso che infrange i valori fondamentali dell'Europa, in particolare il diritto alla vita".
"L'amore per il proprio bambino spesso conduce i genitori a superare quello che è normalmente possibile; proprio come nel caso di Chris Gard e Connie Yates, che sono riusciti a raccogliere 1,4 milioni di dollari" per finanziare "procedure mediche innovative eticamente sostenibili", continua il documento. "Hanno trovato con successo un trattamento sperimentale negli Stati Uniti".
Poi un interrogativo: "Come è possibile che anche oggi, nel ventunesimo secolo, in tempi in cui noi stessi definiamo la nostra epoca come quella che rispetta i valori fondamentali della vita e della dignità umana, il Regno Unito non agisca nel migliore interesse dei suoi cittadini?". La missiva si conclude così: "Noi, sottoscrittori deputati del Parlamento europeo, intendiamo rispondere con un chiaro 'no' e condanniamo fermamente la vergognosa condotta che minaccia questi valori della nostra società civile".